Il dislivello sella-manubrio nell'Xc: in che modo influenza la guida?
Daniele Concordia
Il dislivello sella-manubrio nell'Xc: in che modo influenza la guida?
Daniele Concordia
Fabio Mazzi
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Salve, vorrei sapere da dove viene calcolato il dislivello sella-manubrio nell'Xc: dal sopra della sella alla parte superiore dell'attacco o in modo diverso?
Qualcuno sostiene che vada preso sulla parte superiore del manubrio, è vero?
Grazie in anticipo. Ciao!
Risponde Daniele Concordia
Ciao Fabio, esistono due approcci per misurare il dislivello sella-manubrio nell'Xc: il primo è “meccanico” e il secondo è “biomeccanico”.
In base all'approccio meccanico, il dislivello sella-manubrio nell'Xc si misura sull'attacco, o meglio sulla porzione superiore di manubrio nella zona in cui si stringe l'attacco.
Diciamo che questa misura (tramandata dal mondo road) è presa come riferimento di base nelle officine, ma in realtà non è molto precisa.
A differenza dei manubri utilizzati qualche anno fa, infatti, le pieghe moderne hanno tutte un minimo di upsweep (curvatura verso l'alto), qualche grado di backsweep (arretramento) e a volte sono anche riser (rialzate).
Ecco perché, alcuni biomeccanici al giorno d'oggi utilizzano come riferimento del punto d'appoggio delle mani sul manubrio, quindi la zona in cui si fissa la manopola.
Calcolando il dislivello sella-manubrio in questo modo, sicuramente si avrà una misura più reale.
Approfittiamo della domanda di Fabio per approfondire il discorso sul dislivello sella-manubrio nell'Xc, un tema sul quale si discute molto e che a volte crea parecchia confusione.
Ci riferiamo principalmente all'Xc, ma anche al marathon (la posizione in sella cambia ma non di molto), perché nell'enduro ci sono regole molto diverse e questo parametro assume meno importanza, soprattutto perché in discesa si può abbassare il reggisella telescopico...
Le origini
Fino a qualche anno fa, il dislivello sella-manubrio nell'Xc era piuttosto abbondante.
L'influenza della strada si faceva sentire e c'era la convinzione che più si abbassava l'anteriore, meglio si andava in salita.
C'è anche da dire, però, che i tracciati erano tecnicamente meno impegnativi e le prestazioni in discesa venivano in secondo piano.
Con gli anni sono cambiati i percorsi, il contagio con la strada è andato un po' scemando, i bikers hanno cambiato lo stile di guida e di conseguenza le Mtb si sono adattate.
Negli anni 2000 iniziarono a vedersi i primi manubri riser (Bui e Acquaroli furono tra i primi ad utilizzarlo), che venivano montati proprio per diminuire il dislivello-sella manubrio nell'Xc, ma anche nelle marathon.
Questo accadeva perché i telai (da 26”, ovviamente) avevano tutti un tubo di sterzo molto compatto e, soprattutto i riders più alti, erano costretti a stare molto curvati in avanti.
Ma bisognava stare attenti ad alzare troppo la piega, perché la 26” tendeva ad impennarsi sulle pendenze accentuate, quindi occorreva trovare un giusto compromesso tra guidabilità e pedalabilità.
Con l'avvento delle 29” il problema è stato risolto quasi del tutto, infatti i bikers più alti sono riusciti a trovare un assetto migliore senza sconvolgere l'allestimento della bici, mentre quelli più bassi hanno dovuto rivedere le loro convinzioni.
Già, perché i telai da 29” hanno fatto capire che se i pesi sono ben distribuiti sulla bici, non è necessario avere un dislivello sella-manubrio accentuato.
Anzi, questo fattore potrebbe influenzare (negativamente) la guida in discesa e a volte anche in rendimento in salita.
Non a caso, a parte qualche eccezione dovuta principalmente alla statura elevata, quasi tutti i top rider al giorno d'oggi hanno un assetto più rilassato.
Un parametro soggettivo
Sarebbe impossibile stabilire a tavolino quale sia il corretto dislivello sella-manubrio nell'Xc.
O meglio, sarebbe impossibile dire di quanti centimetri dovrebbe essere la misura corretta per tutti, in quanto ognuno ha delle caratteristiche fisiche e delle esigenze diverse.
Il primo parametro da tenere in considerazione è la statura: ovviamente i bikers più alti avranno un dislivello maggiore e quelli meno alti un dislivello inferiore, ma questo dato serve solo come base sulla quale affinare l'assetto.
La flessibilità è l'altro parametro da valutare (meglio se insieme a un biomeccanico) per stabilire quale sia il giusto dislivello sella-manubrio nell'Xc, ma anche per stabilire l'altezza e l'inclinazione della sella, ad esempio.
Prendiamo l'esempio di due riders della stessa statura e con gli arti della stessa lunghezza, che utilizzano la stessa Mtb: difficilmente questi due soggetti si troveranno bene impostando il medesimo dislivello tra sella e manubrio e il motivo principale di solito è la flessibilità dei muscoli e della colonna.
L'allenamento, lo stile di vita, le esperienze passate, le cadute, le asimmetrie, il lavoro e tanti altri dettagli vanno a ripercuotersi sulla flessibilità del soggetto, quindi sull'assetto in sella e principalmente sulla capacità di abbassarsi sul manubrio senza avere problemi o dolori.
Anche il grasso addominale influisce sul dislivello sella-manubrio nell'Xc, perché un soggetto magro e filiforme riuscirà ad assumere una posizione più distesa, chi è fuori forma dovrà necessariamente pedalare con il busto più eretto.
L'ultimo, ma forse il fattore più importante per stabilire il corretto dislivello sella-manubrio nell'Xc è sicuramente l'abilità tecnica.
Un anteriore più alto dona più sicurezza, soprattutto nelle forti pendenze in discesa e nei tratti molto tecnici, quindi chi è carente sotto questo punto di vista farebbe bene a non estremizzare il dislivello tra sella e manubrio.
Chi invece è già molto forte e sicuro di sé stesso nel tecnico, potrà anche privilegiare le prestazioni in salita senza perdere troppo il feeling in discesa.
Le regole base
Anche se l'assetto corretto andrebbe sempre valutato insieme al biomeccanico, vogliamo darvi qualche dritta per capire se c'è qualcosa che non va nel vostro dislivello sella-manubrio e se è il caso di parlarne con un esperto.
Iniziamo dalla discesa: se riuscite ad andare fuorisella nei tratti ripidi senza che la sella si impunti sul pantaloncini è buon segno, se invece non riuscite ad uscire della sella, probabilmente c'è da rivedere il dislivello oppure la distanza tra sella e manubrio.
Ma attenzione anche al tipo di sella, perché alcune (non specifiche per il fuoristrada) hanno il bordo posteriore rialzato che non facilita la vita in certe situazioni...
Nelle discese meno ripide, le braccia devono restare sempre leggermente piegate (mai del tutto tese) e la bici deve scivolare sotto al vostro corpo.
Per capire qual è il corretto dislivello sella-manubrio nell'Xc fate attenzione anche alle sensazioni in salita: da seduti dovete riuscire a pedalare senza caricare troppo la colonna vertebrale. Se questo accade è da controllare il dislivello, ma forse anche l'altezza e/o l'arretramento della sella.
Questi sono solo alcuni dei tanti spunti che potrebbero far riflettere sul proprio dislivello sella-manubrio nell'Xc.
In ogni caso, per eventuali modifiche sarebbe meglio consultare un esperto.
Il telescopico
Prima di chiudere, bisogna dire che il reggisella telescopico (sempre più usato anche nell'Xc) potrebbe risolvere molti problemi riguardanti il dislivello tra sella e manubrio.
Questo componente permette di impostare di base anche un dislivello importante, avendo però la sicurezza di una sella che si abbassa in discesa.
In questo modo i movimenti in sella sono facilitati, si abbassa il baricentro del corpo e di conseguenza si guida in modo più sicuro e veloce.
Okay, il telescopico è tanto amato quanto odiato, ma questi vantaggi sono innegabili.
Per concludere, quindi, possiamo affermare che nell'Xc e nelle marathon non esiste un dislivello sella-manubrio perfetto: ognuno ha il suo e bisogna valutarlo per bene, perché è un parametro che influenza moltissimo la guida, sia in salita che in discesa.
Che sia di un centimetro oppure di 10, basta trovarsi bene e sentirsi tutt'uno con il proprio mezzo: allora avrete raggiunto il giusto compromesso.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.