Taglia del telaio da Xc: «Tra S e M quale mi consigliate?»
Daniele Concordia
Taglia del telaio da Xc: «Tra S e M quale mi consigliate?»
Daniele Concordia
Alberto
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Salve, ho dei dubbi sulla taglia del telaio della mia futura Mtb.
Sono alto 170 cm (cavallo di 79,7 mm e lunghezza del tronco di 57,2 mm) e attualmente sto usando una Scott Scale Rc in taglia S.
Sto valutando di passare alla Spark Rc 900 (avendo letto anche la vostra recensione), con il pallino di passare alla taglia M.
Cosa mi consigliate?
Risponde Daniele Concordia
Ciao Alberto, non sei l'unico ad avere questo “problema”.
Chi si trova a cavallo tra una S e una M, ma anche tra una M e una L e così via, dovrà considerare diversi aspetti al momento dell'acquisto e per questo vogliamo approfondire l'argomento, per aiutare te, ma anche tanti altri bikers nella scelta della taglia del telaio da Xc.
Le esigenze
In uno sport dinamico come la Mtb sarebbe riduttivo scegliere la taglia del telaio prendendo in esame soltanto le misure antropometriche dell'atleta, perché bisogna valutare anche che tipo di attività si andrà a fare e le caratteristiche fisiche del soggetto.
Per esempio, se nel mirino ci sono le gare Xc, o se l'atleta tende a rilanciare spesso sui pedali, un telaio più compatto potrebbe essere più adatto, mentre chi punta alle marathon più lunghe e pedala molto “di passo”, potrebbe optare per un telaio più comodo.
Queste ovviamente sono linee molto teoriche, da valutare in modo molto soggettivo, ma di sicuro una delle prime domande da farsi nella scelta della taglia del telaio da Xc dovrà essere: cosa andrò a fare?
Il reach e lo stack
Dopo aver focalizzato i propri obiettivi, bisognerà scontrarsi con i dati numerici, che sui telai di ultima concezione sono piuttosto particolari.
Croce e delizia per i bikers è il reach, ossia la proiezione orizzontale tra il centro del movimento e il centro del tubo di sterzo: questo è il fattore che influenza di più l'assetto in sella, insieme allo stack (proiezione verticale tra il centro del movimento e il centro del tubo sterzo) che è condizionato in parte anche dall'altezza e dall'inclinazione del tubo di sterzo.
Negli ultimi anni il reach è sempre maggiore, perché si è visto che un telaio più lungo è molto più stabile e preciso, se abbinato ad un attacco manubrio più corto e magari ad una piega più larga.
Lo stack è sempre minore, per avere un baricentro più basso, ma anche un anteriore più basso.
Un reach maggiore crea meno problemi di “overbar”, ossia di ribaltamento in avanti e questo è un fattore fondamentale in discesa, perché dà la possibilità di guidare molto più in piedi, caricando maggiormente l'anteriore per avere più grip sull'avantreno.
Nella scelta del telaio, spesso, il reach è più determinante, anche se a volte crea qualche difficoltà, soprattutto a chi si trova a metà tra due taglie.
Parlando di Xc, la tendenza ad allungare il reach porterebbe chi si trova a metà tra due taglie a scegliere quella più piccola, con la sicurezza di avere più margine di gioco sulla scelta dell'attacco manubrio e sull'arretramento della sella.
Ma in una specialità in cui conta tanto l'efficienza della pedalata, la misura del reach e dello stack non bastano, bisogna valutare anche altri aspetti...
L'angolo del piantone
La misura dell'angolo del piantone (immagine in basso) va a braccetto con il reach.
Infatti, l'inclinazione del tubo verticale influenza parecchio l'assetto in sella e la spinta sui pedali.
La tendenza attuale è quella di verticalizzare molto il piantone, in modo da compensare la lunghezza maggiore del telaio ed offrire una posizione più favorevole in salita, accorciando anche la distanza tra la punta (o il centro anatomico) della sella e il manubrio.
I telai da Xc moderni hanno un piantone che varia dai 73 ai 74,5 gradi, con qualche eccezione che supera di poco questa misura.
Questa verticalizzazione è una conseguenza dovuta non solo all'allungamento del reach e del top tube, ma anche della volontà dai bikers e dalla nuove “regole” della biomeccanica moderna, che hanno portato un po' tutti a pedalare più avanzati.
In generale, quindi, più il piantone è verticale e più sarà facile trovarsi a proprio agio con un reach maggiore.
Il dislivello sella-manubrio
Nella scelta del telaio occorre far caso anche al dislivello tra il piano orizzontale della sella e quello del manubrio.
A parte casi eccezionali (vedi rider molto alti), negli ultimi anni c'è stata una riduzione generale del dislivello tra sella e manubrio a favore della guidabilità e ciò è accaduto soprattutto dopo l'avvento delle 29” che hanno in un certo senso rivoluzionato le regole della biomeccanica nella Mtb.
Nella scelta del telaio, quindi, non bisogna cercare per forza un dislivello maggiore con la convinzione di trovarsi meglio in salita, ma trovare il giusto compromesso tra rendimento sul pedalato e prestazioni in discesa, che, a dir la verità, sulle bici da Xc di ultima concezione è abbastanza facile, anche perché il tubo di sterzo è di solito molto compatto.
Se volete capire meglio in che modo influenza la guida il dislivello sella-manubrio nell'Xc, guardate questo articolo.
Lo svettamento
Ecco un aspetto che in qualche modo è legato al dislivello sella-manubrio.
Nella scelta del telaio è fondamentale valutare anche quanto il reggisella esce dal piantone. Questo aspetto è importante sia in termini biomeccanici, sia per l'integrità del telaio e del reggisella.
Se un telaio è molto sloping (ossia il piantone è più corto della norma) e ci obbliga ad avere uno svettamento eccessivo, sarà il caso di optare per un telaio di misura maggiore, oppure di scegliere un reggisella da 40 o 50 cm di lunghezza, tenendo conto, però, che si tratterebbe comunque di un adattamento...
Non guardate le bici dei pro'
Quando si va a scegliere la misura del telaio si fa spesso l'errore di osservare ciò che fanno i professionisti.
Okay prendere spunto, ma bisogna pensare che le scelte fatte da un atleta di altissimo livello, a volte non possono coincidere con quelle di un amatore.
Chi corre per mestiere ha una preparazione fisica che gli permette di sopportare delle sollecitazioni maggiori e di assumere delle posizioni “estreme” o stravaganti senza avere problemi muscolari o articolari.
Imitarli non sempre porta a dei benefici reali, anzi.
Piuttosto, sarebbe opportuno affidarsi sempre ad un biomeccanico esperto di Mtb ed aggiornato sulle metodiche di posizionamento attuali, prima di scegliere la taglia del telaio e, dopo, al momento del reale posizionamento in sella.
In conclusione...
Chi si trova a metà tra due taglie per una bici da Xc/marathon dovrà valutare non solo le misure antropometriche, ma anche tutti i dettagli elencati finora e magari consultare un tecnico esperto.
Nel caso tuo, Alberto, dopo aver provato personalmente la Scott Spark Rc 2018 ti consiglio di restare su una taglia S per diversi motivi.
Sono alto due centimetri più di te e, con un'altezza sella di 72 centimetri ero perfettamente a mio agio sulla M.
Tu, con un cavallo di 79,7 centimetri e quindi con un'altezza sella di circa 70 cm, sulla taglia M saresti al limite minimo con lo svettamento sella e potresti avere qualche difficoltà nel trovare il giusto arretramento.
Il piantone della Spark è di 73,8 gradi, cioè verticale ma non troppo, e io stesso ho dovuto avanzare parecchio la sella per trovare la misura esatta.
Lo sterzo molto aperto, inoltre, permette di avere la giusta stabilità anche sulla taglia minore (l'interasse differisce di poco tra le due taglie), senza contare che la S dovrebbe montare di serie delle pedivelle da 170 mm al posto delle 175 della M e per la tua conformazione fisica sono sicuramente più adeguate.
Ulteriori informazioni sulla scelta del telaio, riferite anche a bici da enduro e Am le potete trovare qui.
Qui tutti gli altri articoli sull'assetto in sella.
Qui una guida alla scelta delle pedivelle giuste:
VIDEO - Pedivelle da Mtb: quale lunghezza? Ne abbiamo parlato con 4 esperti...
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.