Sì, basta cambi rotti.
E mi rivolgo a Shimano e Sram in primis, invocando la loro attenzione, consapevole che i loro ingegneri sanno già molto bene di questo annoso problema.
E' davvero triste e frustrante mandare all'aria l'uscita della domenica (o del mercoledì pomeriggio o di qualunque altro giorno della settimana) per colpa di un banalissimo bastone di legno oppure di un sasso che, rotolando, finisce proprio lì, dove il cambio è più debole e succede l'irreparabile.
Il cambio si rompe.
Difficile indirizzare la colpa alla propria imperizia, ma, allo stesso tempo, pensandoci bene, forse non è soltanto questione di sfiga.
Fra bastoni e bastoncini (terribili quelli di faggio), sassi smossi e rocce fisse, di sicuro il cambio della Mtb è sotto assedio.
Basta cambi rotti: ma si può evitare?
Qualcosa si può fare certamente, ben sapendo che un'imponderabile ed inevitabile dose di sfiga la portiamo sempre con noi durante le uscite.
Io, però, non sono scaramantico e davanti ad un problema cerco sempre una soluzione.
Consapevole che di cambi e attacchi cambio ne ho rotti a decine in oltre 30 anni di attività in Mtb, ho maturato una certa abilità nell'individuare potenziali pericoli davanti a me.
I boschi, specie quando poco frequentati dai biker e dagli escursionisti in generale, sono uno scenario al quale prestare massima attenzione: se ai bordi o in mezzo al sentiero ci sono rami caduti (come nelle foto in basso) fate attenzione.
Nel mio caso, per ridurre il rischio di rotture diminuisco la velocità per riuscire ad analizzare meglio la situazione e capire la traiettoria migliore da prendere.
Per passare con le ruote sopra ad un ramo è bene non affidarsi al caso, ma occorre prevedere (o provare a prevedere) come il ramo reagirà al peso delle ruote.
Poi, un conto è in discesa e un conto è in salita.
In discesa la velocità conferisce alla bici un'energia cinetica elevata, per cui un ramo, al contatto con le gomme, reagisce in modo rapido e talvolta imprevedibile.
I rami di cui preoccuparsi di più sono quelli ricurvi e magari con un diametro di almeno 2 cm.
E di questi il bosco è pieno, ahimè...
Quando siamo in salita, infine, sebbene la velocità sia più bassa, la forza che la ruota posteriore imprime sul terreno smuove sassi e rami, per cui, se proprio non possiamo evitarlo, quando si passa sopra a questi piccoli ostacoli allentate la spinta (se possibile) oppure accelerate prima in modo da passare sopra all'ostacolo sfruttando un minimo di abbrivio.
Oppure ancora siate a pronti ad allentare la spinta sui pedali con rapidità se doveste sentire rumori sospetti.
Basta cambi rotti: le rocce fisse
Sono tremende, ma, se non altro, sono ferme, per cui è tutta una questione di prenderci bene le misure.
Anche qui: una velocità più contenuta infonde maggiore sicurezza, specie le prime volte, poi si impara a comprendere gli ingombri della propria bici e ad acquisire fluidità e velocità.
Le rocce spaventano, ma le moderne Mtb (grazie alla ruota anteriore da 29", angoli di sterzo sempre più aperti e forcelle sempre più capaci) riescono molto facilmente a passarci sopra.
Non è un gioco da ragazzi, ma è soprattutto una questione di quantità di moto: per superare le rocce occorre avere velocità (cioè quantità di moto), lasciar scorrere la ruota anteriore e agire, semmai, solo sul freno posteriore.
Per ridurre al minimo il rischio di impatto fra cambio e rocce è ben imparare a sollevare la ruota posteriore (in stile "nose press") per posizionarla in modo corretto e più sicuro.
Le rocce fisse in salita sono davvero infingarde.
In alcuni casi può essere molto difficile (se non impossibile) mantenere un minimo di velocità e questo rende la guida fisicamente impegnativa, anche con una e-Mtb.
Quale strategia adottare?
L'obiettivo è guadagnare un minimo di velocità per superare gli ostacoli, sfruttando, se possibile, i tratti di sentiero più liberi e scorrevoli.
Con una e-Mtb la tecnica di guida delle moto da enduro può risultare utile e proficua, ben sapendo che si deve comunque pedalare e che le velocità sono ben diverse.
Le rocce smosse, come quelle nella foto sopra, possono muoversi sotto l'impulso fornito loro dalle ruote della bici e sbattere proprio sul cambio.
Da questo punto di vista il comportamento dei cambi Shimano e dei cambi Sram è differente: Shimano punta sulla solidità e sul minore ingombro laterale possibile; Sram punta sulla solidità della parte superiore del cambio (completamente rinnovata con la serie Transmission) e sulla possibilità di uno spostamento momentaneo della gabbia in caso di impatto con sassi.
Durante la pedalata offroad su sentieri tecnici, infatti, non è raro che il cambio Sram Eagle Transmission, a seguito di un impatto con una roccia, si azioni automaticamente, selezionando un rapporto più agile.
Cioè, la gabbia si sposta verso l'interno per un attimo e poi torna sul rapporto selezionato.
Se guardate bene la foto sotto, la puleggia inferiore dello Sram GX Eagle Transmission di impatti e abrasioni ne riporta non poche.
Certamente è molto solida (è realizzata in acciaio e lega leggera), ma certamente è comunque esposta agli impatti perché, essendo molto lunga, è anche molto vicina al terreno.
Questo è, oggi, uno dei punti di debolezza dei cambi per Mtb, sia Shimano che Sram.
Come riparare la catena durante un'uscita?
Ok, il cambio non si è rotto oppure si è rotto ma dobbiamo comunque aprire la catena.
Come si fa?
Ne abbiamo parlato qui e nel video mostrato nell'articolo vi spieghiamo come intervenire e quali attrezzi avere con sé:
Ma esiste un'alternativa alla catena?
Sì, esiste e proprio di recente abbiamo avuto modo di provare la trasmissione Pinion MGU a cinghia con motore elettrico integrato.
E' una soluzione che rompe ogni legame con le trasmissioni attuali e ne abbiamo parlato qui, svelandovi pregi e difetti:
Senza dimenticare che, però, la catena rimane ancora il dispositivo preferito per numerose ragioni e se è ancora lì, dopo decenni, i motivi sono svariati.
Ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo:
Infatti, fra i numerosi prototipi sui quali Shimano e Sram lavorano in più o meno in gran segreto figura anche il brevetto di un cambio Shimano a 3 pulegge, il cui disegno è pensato per allontanare le pulegge da terra, ridurre il rischio di impatto con legname e sassi e soprattutto rendere il cambio più solido.
Arriverà mai in produzione?
In conclusione...
"Basta cambi rotti" è già senza dubbio il leit motiv di chi sviluppa e produce trasmissioni per Mtb.
Non ho dubbi.
Questo articolo, infatti, è scritto un po' di pancia dopo la delusione di un'uscita rovinata da un cambio rotto, ma anche con un po' di pensiero razionale (i miei consigli pratico-tecnici).
La certezza è che sia Shimano che Sram hanno molto a cuore questo problema e non credo proprio che lo stiano sottovalutando.
Presto o tardi questo inconveniente sparirà e sono molto curioso di sapere chi riuscirà davvero a trovare il rimedio per primo.
E voi?
Qui tutti i nostri articoli, video e approfondimenti sulla trasmissione per Mtb
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.