Ormai siamo grandi e i tempi del gioco li dettiamo noi.
Sbem…
Seeeee, magari fosse così.
Cioè, qualche volta ci riusciamo anche, ma per chi come me è malato di mountain bike il detto che mia madre ripeteva quando ero bambino “un gioco è bello quando dura poco” non funziona più.
Per me è diventato “un gioco è bello quando dura tanto”.
E così dopo le uscite in Mtb più mitiche, quelle più appaganti ed entusiasmanti, quelle che più mi mettono alla prova e che più cerco di tenere salde nella mia galleria dei ricordi, mi ritrovo a passare del tempo a guardare lei, la bici che ho usato durante quella uscita così mitica.
Anche a distanza di giorni.
Per prolungare il divertimento di quell’uscita.
Per farlo durare di più e di più.
E ci passo le mezz’ore, se non anche le ore.
In silenzio.
Imbambolato, perso nell’ammirazione-analisi dei particolari tecnici che messi tutti insieme rendono questa bici così efficace.
E così ben funzionante.
E, sia chiaro, non mi riferisco solo alla bici che vedete in queste foto, una Canyon Spectral LTD AXS 29 del 2022, ma a qualunque altra bici che mi dia questa sensazione.
Bici test comprese.
Bici da strada incluse.
Ma cosa vado a guardare?
Perché mi attira così tanto?
Non ho la risposta certa, ma credo che sia diventato uno stimolo visivo che genera piacere.
Stimola la produzione di endorfine e forse anche adrenalina.
Solo a guardare la bici?
Sì, solo a guardare la bici.
A contemplarla.
A capirla e a conoscerla meglio.
Piacere all’istante.
Roba che dà dipendenza.
Un gioco è bello quando dura tanto
Sì, sono un po' matto, perché sono un appassionato di bici da quando ho 10 anni.
E forse anche prima.
E, sì, è il mio lavoro (e anche la mia ossessione, ma non ditelo in giro…) e mi nutro di questi stimoli.
Stimoli visivi che, credo, facciano parte delle abitudini di tantissimi altri appassionati di bici.
O di auto.
O di moto.
O di qualunque altra cosa che susciti gioia, trasmetta benessere, generi desiderio di evasione e ti faccia divertire.
E qui è anche il punto in cui ti fai trovare debole, scoperto e fragile: la passione ti possiede.
Ne diventi schiavo, in maniera più o meno consapevole.
Io, ad esempio, ne sono consapevole.
E difatti ogni tanto cerco di fare altro, qualcosa che non abbia a che fare con le due ruote.
Ma vi confesso che non è facile…
Questa passione (che può essere declinata anche in dedizione, abnegazione, determinazione e via dicendo) è magnifica e non ne voglio fare a meno.
Quando mi trovo davanti alla compagna della mia ultima uscita mitica, impolverata, sporca e magari anche graffiata, so quello che sto facendo: la sto ringraziando.
Ma non ringrazio lei in particolare.
Ringrazio LA bici.
Oggi c’è lei, domani un’altra e dopo domani un’altra ancora.
Alla fine è un oggetto.
Ed è un oggetto che, con il passare del tempo, migliora sempre di più.
Quindi, per restare lì davanti a lei, ad ammirarla così com’è, sporca e graffiata, è anche prendere consapevolezza di cosa è diventata oggi una bici.
Un oggetto sempre più raffinato (e costoso), sempre più segmentato (per tipologia e prezzo) e sempre più popolare (grazie anche alle e-bike).
Questo mi fa dire “Grazie bici!”
Perché il bambino che ero sarà pur diventato grande, ma sa ancora divertirsi con la terra e con il fango, aggiungendo obiettivi difficili e complicazioni come solo gli adulti sanno fare.
Quindi, cara mamma, se faccio tardi ai pranzi della domenica è perché sono impegnato a restare un po’ bambino…
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.