La sospensioni automatiche nel cross country non sono, di fatto, una novità degli ultimi tempi, perché, anche se con meccanismi di funzionamento differenti, esistono da oltre 20 anni.
Il debutto lo ha fatto Specialized nel 2003 con quella versione della Epic che utilizzava il Brain (foto in basso), ossia un sistema idraulico-meccanico che permetteva alle sospensioni di funzionare oppure di restare bloccate in presenza di sollecitazioni provenienti dal terreno.
Un qualcosa di analogo al sistema Terra Logic di Fox che fece il suo debutto sulle prime forcelle sempre in quegli anni.
All'epoca fu una rivoluzione.
Ma esattamente cos'è una sospensione automatica?
In ambito bici è una sospensione che è capace di modificare la sua taratura idraulica in compressione, ovvero che è capace di sbloccarsi e bloccarsi in maniera automatica.
Il primo esempio di sospensioni automatiche nel cross country lo ha introdotto Fox con il Live Valve, ma solo da qualche anno con il Rock Shox Flight Attendant hanno raggiunto un livello di prestazioni davvero interessante.
E soprattutto realmente utile.
Se le usi in gara è perché funzionano
E' uno dei temi che è emerso nelle gare Xc del mondiale di Glasgow, ma anche nelle precedenti gare di Coppa del mondo: le sospensioni automatiche nel cross country piacciono ai pro' che, al di là di logiche ed imposizioni di sponsorship, hanno deciso di adottarle in gara perché le reputano utili.
Il RockShox Flight Attendant che il sottoscritto ha avuto modo di usare in maniera intensiva ed estensiva è un dispositivo ormai molto maturo e affidabile in campo trail riding ed enduro.
Ma il suo meglio, alla luce della mia esperienza in sella, lo riesce a dare proprio sulle sospensioni a corsa ridotta, cioè 100-120 mm, ovvero su quelle Mtb che hanno maggiormente bisogno di un controllo costante dell'efficienza di pedalata.
Togliendo questo compito a chi sta in sella, il quale, invece, può concentrarsi sulla guida e sulla gara stessa, potendo contare su una centralina che sa fare il suo dovere e non sbaglia un colpo.
Fino a qualche settimana fa il RockShox Flight Attendant era ad appannaggio del solo Nino Schurter, ma alla gara mondiale di ieri lo abbiamo visto su tantissime altre bici.
Fra cui anche la nuova Trek Supercaliber di Vlad Dascalu che è concepita con un ammortizzatore non proprio canonico (chiamato IsoStrut).
Ma non c'è solo RockShox: anche il sistema Suntour Tact ha raggiunto un livello di efficacia di tutto rispetto, visto che Tom Pidcock lo utilizza già da diverso tempo in gara.
Il sistema Tact di Suntour (foto sopra) prevede un sensore sulla forcella per rilevare gli impatti, due elettroattuatori su forcella e ammortizzatore e un'unica batteria (motivo per cui il sistema è cablato), collocata vicino al portaborraccia.
E' dotato di connettività bluetooth per interfacciarsi con un'app dedicata.
Addio comandi meccanici e addio Brain?
Il loro futuro sembra segnato, anche se il lock-out delle sospensioni con comando meccanico (cioè con levetta sul manubrio e cavo d'acciaio) pesa comunque meno.
Stesso discorso vale per il Brain, sebbene i suoi tempi di attivazione non siano veloci quanto quelli di un sistema elettromeccanico (pochi millisecondi).
Il tema della leggerezza conta certamente, ma ne potremo riparlare quando i pesi effettivi del Flight Attendant in chiave Xc verranno comunicati.
La versione ora in commercio incrementa il peso di circa 300 gr.
Intanto anche gli atleti Specialized hanno iniziato a sperimentare il Flight Attendant (foto sopra) e chissà che a breve non esca una versione della Epic equipaggiata proprio con questo sistema?
Insomma, il Brain potrebbe rimanere solo sulla Epic WC, ossia su una Mtb che fa da ponte fra una hardtail e una full e che punta sulla massima leggerezza.
Una complicazione in più a bordo?
Il detto "ciò che non c'è non si rompe" sembra destare sempre meno interesse nella bike industry, perché la bici tutta (e non solo la Mtb) evolve nella direzione di una progressiva "complicatezza tecnologica".
In realtà è ciò che accade anche in tanti altri settori, forse in tutti i settori merceologici che circondano le nostre vite, e questa comprensibile ritrosia verso ciò che prima era semplice e ora è più complicato non riguarda solo chi va in bici.
Il "ciò che non c'è non si rompe" sta evolvendo in qualcosa di nuovo.
L'aver sostituito un cavo meccanico con un servomotore elettrico e una batteria è diventato un nuovo status quo per la bici e sta abbandonando le vesti di "complicatezza tecnologica".
Ovvero la Mtb è destinata a cambiare molto rispetto a come le conosciamo oggi e i grandi cambiamenti che ci aspettano presto o tardi interesseranno tutte le Mtb.
E a quel punto a prezzi più ragionevoli, si spera.
Senza dimenticare che alla nostra amata mountain bike spetta un compito per nulla semplice: spingere in avanti l'evoluzione della bici.
Se oggi le bici da strada e le gravel sono diventate così divertenti, efficaci ed efficienti un grosso merito è di quella bici che noi biker abbiamo in garage.
Quindi, ben vengano le sospensioni elettroniche nel cross country e ben vengano le innovazioni, purché qualcuno si ricordi di renderle anche un po' più abbordabili.
Succederà mai? Chissà...
Qui altri contenuti sull'evoluzione della Mtb e qui la pagina web dedicata al Flight Attendant di RockShox
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.