Una preparazione invernale insolita, una nuova bici, un nuovo team e un chiodo fisso: non essere solo un comprimario in Coppa del Mondo. Andrea Tiberi si affaccia con rinnovato entusiasmo alla stagione 2014, quella in cui spera di trovare risposte convincenti in linea con il salto di qualità compiuto e il grado di maturità ereditato dall'ultima annata.
Il 29enne di Sauze d’Oulx (To), vice campione italiano del cross country, è passato dal Team Controltech Nevi all’Frm Factory Racing Team. E’ il numero 43 del ranking mondiale, ma ha chiuso il circuito iridato al 28° posto, piazzamento che crede di poter “limare” con più forza nelle gambe e maggior esperienza nel districarsi in mezzo al gruppo.
- Com’è andata la prima fase di preparazione invernale?
- E’ stata un po’ inconsueta, perché l’inverno è stato molto freddo dalle mie parti e sono andato in bici meno del solito. Però mi sono dedicato alle discipline alternative, come sci di fondo e sci alpino e credo di aver raggiunto comunque una buona condizione di base.
- Su cosa hai lavorato principalmente?
- Ho puntato sugli esercizi in grado di sviluppare la forza e l’intensità nella prestazione, quello che al momento serve per competere nei moderni percorsi internazionali di cross country. Rispetto al passato, ho tolto qualcosa alla resistenza.
- Le prime gare si avvicinano e già nel prossimo weekend è previsto il primo ritiro con la Nazionale a Barletta, in Puglia.
- Sarà una settimana importante per noi atleti azzurri. Io raggiungerò la comitiva lunedì, perché domenica ho un appuntamento a cui tengo moltissimo, cioè il mondiale di Winter Triathlon, una disciplina che ho curato con attenzione anche per le favorevoli condizioni meteo e che mi restituirà di certo qualcosa in chiave Mtb.
- Dove ti vedremo all’opera?
- Tutta la mia stagione sarà concentrata sulle prove di Coppa del mondo. Debutto agli Internazionali d’Italia, il 16 marzo, al Gaerne Trophy di Maser. Una settimana prima sicuramente quasi sicuramente farò una gara del calendario italiano, giusto per scaldare la gamba.
- Come sei stato accolto dalla nuova squadra?
- L’impatto è stato molto positivo, anche se solo dopo il raduno azzurro ci ritroveremo per fare il punto della situazione e pedalare tutti insieme. I componenti dello staff sono stati disponibili soprattutto per quanto riguarda il test dei materiali nuovi. Dal primo momento ho iniziato a lavorare sulla Anakin, la mia nuova bici full da 29”. Stiamo ancora definendo il setup ideale, ma è certo che utilizzerò una corona Osymetric.
- Il 2014 significa per te il passaggio da una front a una full e dal titanio al carbonio.
- Le sensazioni sono completamente diverse. Credo che la bi-ammortizzata mi darà una marcia in più proprio in Coppa del Mondo perché mi consentirà in gara di recuperare energie in discesa, specie quando ci si trova in mezzo al gruppo e non puoi guadagnare più di tanto. La front però ti impegna molto dal punto di vista fisico anche quando non devi pedalare. Con la Frm Anakin (della quale vi mostreremo i dettagli appena pronta, ndr) avrò una guida più rilassata nei tratti scorrevoli. Anche il cambio di telaio comporta un riadattamento. Però il carbonio della Anakin mi ha ben impressionato perché, con l’efficace bloccaggio dell’ammortizzatore, ha geometrie tali che l’effetto prodotto in termini di accelerazione e reattività è simile non si discosta da quello di una front.
- Per alcuni giorni si è vociferata la tua possibile partecipazione alla Cape Epic in coppia con il tuo nuovo compagno di squadra Miguel Martinez?
- Era una sua idea e io avrei dovuto affiancarlo. Poi si è deciso di puntare tutta la stagione sulla Coppa del mondo, obiettivo che entrambi abbiamo a cuore.
- L’appuntamento in griglia è però rinviato alla seconda tappa, quella di Cairns, in Australia.
- Esatto, salterò la prova di Pietermaritzburg. In Sudafrica ci sarà Martinez, io gareggerò alla Sea Otter Classic, una presenza importante per l’Frm che si è aperta con decisione al mercato americano.
- Cosa ti aspetti dal 2014?
- Un ulteriore salto di qualità. Ci arrivo con più sicurezza e con una migliore padronanza dei mezzi tecnici. Raggiungere i primi sarà dura, quelli vanno veramente forte. Però, analizzando le gare della passata stagione, i distacchi sono piuttosto contenuti a partire dal settimo-ottavo posto. La differenza, tra i piazzati, è minima. Quindi, con una buona condizione fisica, una bici performante e un po’ di furbizia, sono convinto di poter giocare le mie carte nel gruppo di testa e lottare per la Top Ten.
Per Andrea Tiberi si avvicina a grandi passi il momento di agganciare il pedale. Riuscirà a dare una svolta alla sua carriera, prendendosi delle soddisfazioni anche in campo internazionale? Glielo auguriamo.