TEST - Truvativ BlackBox Clementz: fibra per l'enduro

Simone Lanciotti
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TEST - Truvativ BlackBox Clementz: fibra per l'enduro

Simone Lanciotti
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Il test di un manubrio? Sì, perché è un componente della Mtb che è bene non trascurare. Vi avevamo parlato degli effetti di un attacco manubrio più corto o più lungo in questo articolo e anche il manubrio ha la sua influenza sulla guida della bici.
Il modello che abbiamo avuto modo di testare per svariati mesi è il nuovo nato di casa Truvativ, il Jerome Clementz BlackBox, che è stato disegnato secondo le richieste del campione francese e presentato quest'anno a maggio.
Questo manubrio è in fibra di carbonio unidirezionale ed è dotato di una leggerezza solo discreta (240 grammi) visto che fra i concorrenti ci sono modelli da 785 mm di larghezza e peso inferiore (vedi il Race Face SixC).
Visto il nome è chiara la vocazione d’utilizzo, ossia all mountain-enduro, e le misure che Truvativ ha scelto ne fanno un manubrio proprio per questo utilizzo.

La larghezza è di 75 cm e il diametro centrale è di 31,8 mm.

La larghezza è di 75 cm e il diametro centrale è di 31,8 mm.

Larghezza di 750 mm, rise di 20 mm, backsweep di 7° e upsweep di 5, che sono quasi la definizione di manubrio da enduro.
La larghezza di 750 mm è molto indicata per ruote di grandi diametro o per sospensioni di escursione di maggiore ed è nei limiti di usabilità dell’enduro.

I vantaggi del carbonio
Chi sceglie un manubrio in fibra non lo fa tanto per la leggerezza (il cui incremento è comunque facilmente riscontrabile dalla bilancia), ma per il mix di rigidità e capacità di assorbimento degli urti che la fibra di carbonio può dare.
Questo principio è vero, in teoria, per tutti i manubri, ma il Truvativ BB Jerome Clementz lo mette in pratica a tutti gli effetti.

Il rise è di 20 mm, ma la piega verso l'alto è ben distribuita sulla larghezza del manubrio.

Il rise è di 20 mm, ma la piega verso l'alto è ben distribuita sulla larghezza del manubrio.

Il rise c’è ma si vede poco
La forma del manubrio è molto moderna: il rise è di 20 mm, ma è distribuito bene su una porzione ampia del manubrio stesso.
Ciò che invece risulta ben evidente è la grafica del manubrio, realizzata in maniera solo discreta.
I micromovimenti dei clamp delle leve dei freni, con il tempo, finiscono con il lasciare dei segni sulla finitura superficiale. Nulla di grave, però, ci si aspettava una resistenza maggiore.
Inoltre, essendo nato quest'anno, perché non proporlo da subito anche nella versione con diametro da 35 mm (anziché 31,8 mm)? Il nuovo standard, per ora utilizzato molto nella Dh, in realtà potrebbe comportare dei vantaggi anche in altri ambiti, come l'enduro. Il condizionale è d'obbligo, però, perché ancora non abbiamo avuto modo di provare un manubrio (e un attacco manubrio) da 35 mm di diametro.
Guardando i dati nudi e crudi, però, delle pieghe con diametro oversize ci sembrano assolutamente interessanti.

Per essere certi del corretto allineamento fra manubrio e attacco, il Truvativ BB Clementz è dotato di una tacca che individua il centro del manubrio. L'attacco Truvativ Holzfeller ha la tacca corrispondente sulla piastrina per facilitare la centratura.

Per essere certi del corretto allineamento fra manubrio e attacco, il Truvativ BB Clementz è dotato di una tacca che individua il centro del manubrio. L'attacco Truvativ Holzfeller ha la tacca corrispondente sulla piastrina per facilitare la centratura.

Quanto costa?
Il prezzo al pubblico è di 185€, in assoluto non proprio contenuto, ma in negozio si dovrebbe riuscire a portarlo a casa a un prezzo più basso.

A chi lo consigliamo?
Questo manubrio è solido, leggero e capace di diminuire l’entità degli impatti percepiti dalle mani. E’ una scelta molto valida per chi cerca di alleggerire la proprio bici (senza perdere in solidità), vuole un manubrio con misure da enduro e, potendo, cerca anche di guadagnare qualcosa in piacere di guida.

Per informazioni www.sram.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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