Time produce scarpe e pedali sin da quando i pedali a sgancio rapido hanno fatto la loro comparsa nel mondo della bici da strada, ovvero verso la fine degli Anni ’80. Rispetto al suo concorrente diretto, Look, Time ha da subito introdotto il concetto di libertà angolare per dare modo alle articolazioni degli arti inferiori di trovare il posizionamento a loro più congeniale.
Questo concetto, chiamato BioPerformance, nell’epoca di gabbiette e cinghietti fu accolto con un certo scetticismo, ma aveva dei contenuti rivoluzionari che nel giro di qualche stagione raccolsero grandi consensi.
Nel 1993 Time (oltre a inaugurare la produzione di tubazioni in carbonio di altissimo pregio) decide di esordire sulla scena della Mtb creando la gamma di pedali Atac, acronimo di Auto Tension Adjustment Concept, e, oltre a integrare i concetti della BioPerformance, fu il primo pedale a rendere indipendente i gradi di rotazione dello sgancio dalla tensione della molla.
Questo aspetto caratterizza ancora oggi i pedali Time e li ha resi ben noti agli utenti più esigenti e attenti.
A nostro avviso il feeling che questi pedali regalano merita di essere raccontato e descritto con attenzione. Ecco perché abbiamo chiesto di provare i pedali Time Atac Mx8 Carbon, un modello dedicato all’escursionismo e all’enduro.
Partiamo dai concetti base
Il BioPerformance incarna tutte le caratteristiche dei pedali Time e viene spiegato con precisione in questo video:
Il filmato fa riferimento agli Atac Xc 12 Titan Carbon, gli unici della gamma offroad ad avere la regolazione della molla di sgancio, mentre il modello da noi testato non ne è provvisto.
Ma andiamo con ordine.
La libertà angolare è di 5°, il che significa che il piede ha la libertà di ruotare di 5° senza perdere l’aggancio con il pedale.
E non solo: il sistema Atac permette una libertà di spostamento laterale del piede di 2,5 mm verso sinistra e 2,5 mm verso destra, senza che il pedale si sganci.
Guardate il disegno in basso per capire:
In questo modo il piede ha la libertà di posizionarsi sul pedale senza costrizioni e rispettando le esigenze naturali delle articolazioni della gamba.
Durante la pedalata, in pratica, il piede non assume sempre la stessa posizione rispetto al pedale, ma si muove, trasla, ruota a seconda delle necessità biomeccaniche del ciclista.
Da oltre 20 anni questa caratteristica ha portato il sistema Atac a essere molto apprezzato dai biker.
L’aggancio e lo sgancio
In sostanza, l’aggancio avviene con le medesime modalità dell’Spd di Shimano ed è piuttosto facile. Lo spazio fra la molla e il pedale, però, rappresenta una vera e propria via di fuga per i detriti (siano essi fango, terra, neve e quant’altro), facilitando l’aggancio in tutte le condizioni meteo.
Il click è ben avvertibile dal biker, ma poco rumoroso.
Lo sgancio, invece, se si viene dall’Spd di Shimano richiede un minimo di ambientamento, perché Time offre due soluzioni.
Prendiamo la tacchetta sinistra per capire meglio: questa può essere posizionata tanto sulla scarpa sinistra quanto su quella destra, solo che fissandola su quella sinistra richiede al biker una rotazione del piede di 13° per lo sgancio, mentre fissandola sulla scarpa destra ne richiede 17.
Cioè si deve aumentare la rotazione del tallone per arrivare allo sgancio del pedale.
Questa duplice opzione permette al biker di personalizzare il proprio “feeling” con il pedale.
Una volta sul sentiero…
Gli Atac Mx8 nascono per un uso enduro, downhill e Bmx secondo Time, ma si prestano bene anche un impiego escursionistico.
Durante l’utilizzo si apprezza l’ampia superficie di appoggio per la scarpa qualora ci si trovasse a dover spingere sul pedale senza essere riusciti ad agganciarlo. Immaginate quando uscite da un tornante durante una Prova Speciale, per esempio.
Ecco, in quelle circostanze l’Atac Mx8 Carbon si dimostra molto “user friendly” e bastano poche pedalate per ritrovare l’aggancio.
In discesa non perdono la presa, cioè non si sganciano accidentalmente (o almeno nel nostro test non è mai successo), e qualora servisse di sganciarli è necessaria una rotazione solo un più più ampia del tallone.
Questo aspetto caratterizza molto il feeling che si viene a creare fra biker e pedale, perché questa maggiore libertà di movimento può influire sul proprio stile di guida.
Nel caso del sottoscritto (che ha già avuto modo di provare i pedali Time, tanto su strada quanto nell’Xc) tutto ciò non ha creato problemi, ma se si è abituati a tenere molto fermi i pedali o addirittura se non si amano i pedali a sgancio, allora i Time possono risultare di “difficile comprensione”.
Nel complesso, però, se si è abituati ai pedali automatici i Time rappresentano una soluzione efficace, tanto in salita quanto in discesa, per supportare la guida.
Si sganciano con facilità e quando questo non succede è perché la tacchetta ha intorno poco spazio di azione e occorre rimuovere una parte della gomma sulla suola. Ma questo purtroppo può accadere con tutti i pedali automatici.
I benefici in salita
In salita però ci si accorge di come il BioPerformance faccia i suoi effetti.
Abbiamo fatto questa prova: durante la pedalata abbiamo posizionato volutamente entrambe le scarpe alla medesima distanza dalla pedivella.
Considerate che la tacchetta può essere regolata solo sull’asse longitudinale della scarpa e non può essere ruotata come, ad esempio, una tacchetta Spd.
Dopo aver pedalato per circa un centinaio di metri, abbiamo riguardato verso il basso e abbiamo notato che una delle due scarpe era più vicina alla pedivella rispetto all’altra.
Abbiamo ripetuto l’esperimento decine di volte, anche alzandoci sui pedali, e abbiamo ottenuto sempre lo stesso risultato.
Cioè le scarpe, ovvero i piedi, si sono posizionate nella maniera a loro più congeniale non avendo le costrizioni imposte da altri tipi di pedale.
Esiste una prova migliore dell’efficacia del BioPerformance?
Quanto costano?
La versione Mx8 Carbon, come suggerisce il nome, ha la struttura del corpo in fibra di carbonio, le molle in acciaio cavo e l’asse del pedale oversize (anch'esso in acciaio) che lavora su cuscinetti sigillati, per garantire la dovuta robustezza e affidabilità. Il solo pedale pesa 182 grammi e la singola tacchetta 22 grammi per un costo al totale di 160€ il paio.
Non sono il modello di punta (ossia gli Atac Mx12 Titan Carbon che sono venduti a 280€), ma hanno comunque un costo mediamente superiore ai modelli della concorrenza. Il sistema Atac offre dei benefici, a patto però di concedersi il tempo per trovare il feeling con la maggiore libertà di movimento consentita al piede. Poi difficilmente si torna indietro.
A nostro avviso hanno comunque un indole racing, nonostante la loro marcata attenzione alla biomeccanica della pedalata.
Per informazioni www.dsb-bonandrini.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.