La Olympia F1 Race X01E rappresenta la somma di tutta l'esperienza in ambito Xc del marchio veneto e presenta diverse soluzioni tecniche di una certa originalità, non solo estetica, ma anche funzionale.
Il modello da noi è provato rappresenta il secondo allestimento più pregiato ed ha una decisa vocazione agonistica in campo Xc-marathon.
Il costruttore offre la massima flessibilità in termini di configurazione, fornendo ben 8 doversi allestimenti che prevedono sia trasmissione monocorona che doppia, sia firmata Sram che Shimano e lo stesso dicasi per la forcella, Fox oppure RockShox.
Per la realizzazione del telaio sono state impiegate tre moduli differenti di fibra in carbonio e sono stati utilizzati in zone del telaio ben definite in base alla rigidità necessaria; la più leggera T1000 per il tubo obliquo, la T800 per avere la rigidità necessaria su foderi e l'orizzontale e infine la M40J in corrispondenza del nodo sterzo dove viene richiesta la massima resistenza.
E proprio sulla zona del tubo di sterzo (foto sopra) troviamo un disegno originale pensato per far coesistere rigidità e robustezza con i fori del passaggio interno dei cavi.
Infatti, forare un tubo spesso comporta una riduzione della solidità strutturale e con questa soluzione Olympia si assicura che il telaio non perda in fatto di resistenza a causa del passaggio interno dei cavi.
1 – GEOMETRIA
– Angolo di sterzo: pensato per assicurare la massima reattività soprattutto nel misto-lento, presenta una valore di 71,5°. Contrariamente a quanto stanno facendo altri produttori di telai hardtail da Xc, Olympia ha preferito restare su un valore più tradizionale per l'angolo di sterzo.
– Angolo piantone: molto vericale, 74.3°, segue l'impostazione dell'angolo sterzo.
– Lunghezza tubo superiore: 590 mm in taglia M, un valore contenuto che rispecchia il desiderio di realizzare un telaio molto agile.
– Lunghezza tubo sterzo: la misura del tubo sterzo è pari a 110 mm nella taglia M, non particolarmente contenuto per coloro che sono alla ricerca di un dislivello sella-manubrio più marcato.
– Lunghezza carro: l’utilizzo della battuta posteriore Boost (148×12 mm) ha permesso di ridurre la lunghezza dei foderi di 5 mm arrivando al valore di 435 mm.
In assoluto non è una misura da record, ma la reattività non è compromessa in modo avvertibile. A guadagnarne è anche il grip in salita, soprattutto in quelle molto ripide.
– Interasse: 1058 mm (in taglia M), una quota tra le più contenute in assoluto che consente agilità soprattutto nei singletrack più tortuosi.
– Assetto in sella: sono alto 174 cm per 74 Kg di peso (compreso equipaggiamento) ed ho un’altezza sella di 72.5 cm.
Il manubrio da 710 mm di larghezza, l'attacco manubrio da 80 mm e le geometrie da Xc portano ad avere un assetto in bici con più carico sull'avantreno.
Ho avvertito occasionalmente durante la pedalata la larghezza del tubo superiore nei pressi della giunzione con il tubo piantone (foto sopra): il profilo piatto porta a sfregare la parte interna delle gambe su questa tubazione.
Voto finale (da 1 a 10): 8,5
2 – COMPORTAMENTO IN SALITA
– Rigidità torsionale del carro: movimento centrale con standard PressFit 92, standard Boost al posteriore, foderi orizzontali massicci e obliqui molto schiacciati portano inevitabilmente a un retrotreno granitico. La sensazione è che ogni stilla di energia delle gambe venga trasmessa alla ruota posteriore.
- Ad andatura regolare offroad: la Olympia F1 Race è molto reattiva, l'avantreno resta sempre molto stabile grazie anche alle quote geometriche favorevoli. La ruota da 29" inoltre aiuta nell'assorbire le piccole asperità e anche gli pneumatici Vittoria Barzo da 2,25" hanno sorpreso per il loro grip.
– Su pendenze elevate: la posizione in bici facilita il superamento di pendenze elevate senza costringere il biker ad avanzare la seduta. Il carro più lungo, il tubo superiore abbastanza raccolto e il tubo di sterzo un po' più lungo della media consentono a questa bici di arrampicarsi con facilità.
– Commenti sui componenti montati sulla bici: la trasmissione Sram X01 Eagle (qui il test) ha evidenziato molte luci e qualche ombra forse dovuta a un montaggio non proprio impeccabile. Rispetto ai modelli a 11 velocità la cambiata è ancora più veloce e il comando sul manubrio richiede uno sforzo davvero più contenuto.
Negli incroci più estremi ho notato, almeno inizialmente, una certa rumorosità, proseguendo il test la situazione è decisamente migliorata, confermando le sensazioni avvertite durante il test dello Sram X01 Eagle.
L'unica perplessità riguarda la scelta della corona da 36 denti: magari una da 32 o da 34 sarebbe stata una soluzione più equilibrata.
Da tenere presente inoltre che la corona da 36 sfiora il fodero basso destro (foto in basso).
L’utilizzo degli pneumatici tubeless ready ha permesso di ridurre la pressione di esercizio a tutto vantaggio della trazione e del comfort.
Le gomme Vittoria Barzo, pur non essendo in versione 4C né con il Graphene, hanno svolto adeguatamente il loro dovere.
E' chiaro che se serve di spingere più forte in discesa e avere più mordente in salita le versioni più raffinate del Barzo sono da preferire, ma i costi aumentano.
Voto finale (da 1 a 10): 8,5
3 – COMPORTAMENTI IN DISCESA
– Rigidità torsionale del carro: così come per la salita, gli standard costruttivi adottati garantiscono grande rigidità anche cambiando contesto.
In discesa può risultare più impegnativa da guidare per via di angoli di sterzo e piantone più "in piedi", ma se si riesce a sfruttare per bene la grande agilità della F1 Race si riesce ada andare comunque molto forte.
– Agilità della bici: come detto, l'angolo di sterzo da 71,2° dona un'agilità grandiosa e rende i cambi di direzione fulminei. Richiede un po' di apprendistato, perché nel complesso la bici è molto più reattiva rispetto alle sue attuali concorrenti (vedi ad esempio la Specialized Epic Ht, la Niner Air 9 Rdo e la Cannondale F-Si Carbon 4 per citare le ultime hardtail testate).
– Stabilità: l'impostazione della curva e il mantenimento della linea richiedono maggiore attenzione e decisione. E' l'inevitabile conseguenza di una scelta di angoli molto "in piedi".
Le gomme, limitatamente al loro specifico contesto di utilizzo, hanno rappresentato un positivo valore aggiunto.
– Assorbimento asperità: la Olympia F1 Race è una hardtail da competizione e non può fare miracoli, né, ovviamente, ci aspettavamo ce ne facesse.
La struttura dei foderi alti e la scelta di una gommatura generosa (immediatamente trasformata in tubeless per il test), ovvero 2,25" di sezione, riescono ad aumentare la sensazione di comfort generale.
– Impatti di piccola entità: all'anteriore la forcella Fox 32 Float Step Cast Performance da 100 mm (qui il test più approfondito) svolge un lavoro egregio e il carro filtra come può le asperità del terreno.
– Impatti di grande entità: il formato ruota da 29", la trasformazione degli pneumatici in tubeless e la loro sezione abbondante (per l'uso Xc) ci vengono in aiuto, ma di fronte a impatti e sollecitazioni più intense occorre soprattutto maggiore impegno da parte del biker.
– Commenti sui componenti montati sulla bici: i freni Shimano Deore Xt (foto sopra) rappresentano una certezza, sempre pronti e modulabili, e anche in questa occasione hanno dimostrato di essere un riferimento in fatto di frenata.
I dischi montati erano curiosamente i nuovi Sram Centerline da 160 mm (previsti di serie da Olympia) e l'abbinamento ha dato ottime prestazioni in frenata.
Sul fronte trasmissione, non ho riscontrato cadute di catena, né segni di impatto sul cambio nonostante la gabbia dello Sram X01 Eagle abbia una lunghezza maggiore rispetto al modello a 11 velocità.
Le manopole in neoprene Ritchey Wcs (foto sopra) sono leggerissime ma, almeno per quella che è stata la mia esperienza, non troppo comfortevoli.
Le nuove ruote Mavic Crossmax Elite, compatibili con lo standard Boost, grazie anche al cerchio da 22 mm di larghezza, si sono rivelate adeguatamente rigide e precise.
Voto finale (da 1 a 10):8,5
4 – COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
– Rigidità torsionale carro: la battuta Boost al posteriore, i foderi sovradimensionati e la qualità del carbonio utilizzato garantiscono una rigidità di ottimo livello. Non si percepisce dispersione di energia nelle fasi di rilancio della pedalata.
– Assorbimento asperità: nulla da aggiungere rispetto a quanto esposto precedentemente. E' una hardtail e come tale sul fronte comfort e assorbimento delle asperità bisogna essere disposti a scendere a compromessi.
– Comfort sulle lunghe distanze: può essere di aiuto una coppia di manopole più morbide e un attacco manubrio con inclinazione meno negativa per ridurre lo spostamento del peso sull'anteriore. Quest'ultima soluzione, ovviamente, è da intendersi soprattutto in ottica long distance.
– Agilità della bici: è senza dubbio la dote che maggiormente spicca sulla Olympia F1 Race X01E.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
4 – DETTAGLI TECNICI TELAIO
– Spazio tra gomma posteriore e carro (in caso di fango): nessun problema riscontrato, c'è spazio per sezioni fino a 2,4". Guardando lo spazio concesso dal telaio alla gomma viene da pensare che, forse, ce ne sia davvero in abbondanza, ma questa è un'ulteriore garanzia in caso di fango.
– Cura del passaggio cavi: il passaggio interno cavi è previsto per deragliatore, cambio e freno posteriore. E' realizzato in modo semplice e pulito e i fori di ingresso non sono sul tubo di sterzo come accade per altre bici, ma sul tubo obliquo, in modo da non inficiare la solidità e la leggerezza del telaio.
– Attacco portaborraccia: ci sono due possibilità disposte all’interno del triangolo anteriore: sul tubo obliquo e su quello verticale.
– Attacco guidacatena: non è previsto e in realtà non è nemmeno necessario.
– Compatibilità deragliatore: è presente ed è compatibile con il deragliatore Shimano Side-Swing di ultima generazione (foto in basso).
– Protezioni sul telaio e sul carro: prevista solamente per il fodero orizzontale destro. Vista la vocazione di questa bici non è una da considerare come una carenza.
– Peso telaio e bici: il peso dichiarato per il telaio in taglia S è pari a 1150gr. Non è un valore record, ma è comunque molto valido. Per quanto riguarda la bici testata, in taglia M, siamo a 9,8 Kg senza pedali.
– Prezzo telaio e/o bici: il prezzo della bici in prova è di 4170€, ma Olympia fa sapere che gli allestimenti con lo Sram X01 partono da 3635€. Un rapporto qualità/prezzo molto interessante.
- Garanzia: due anni a partire dalla data di acquisto.
Voto finale (da 1 a 10):9,0
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,7
In conclusione…
La Olympia F1 Race X01E rappresenta la massima espressione del marchio veneto in ambito Xc-marathon, la realizzazione del telaio denota precise scelte da parte del costruttore che puntano a massimizzare la rapidità nei cambi di direzione e invogliano continuamente al rilancio.
La guida richiede decisione e impone rapidità nei cambi di direzione come si conviene a una bici da competizione.
Le tubazioni sono studiate per offrire la massima rigidità, mentre la componentistica è assolutamente all'altezza delle aspettative: la forcella Fox Float 32 Float Step Cast Performance da 100 mm si è da subito dimostrata molto valida, sensibile sulle piccole asperità e rigida lateralmente.
Le ruote Mavic Crossmax Elite non hanno peccato in termini di rigidità, né per la scorrevolezza.
Ero molto curioso di provare la trasmissione Sram X01 Eagle e, nonostante l'impegnativa rapportatura scelta per la corona (36 denti), non posso che fare un plauso allo sforzo e ai risultati ottenuti da Sram: l'azione del cambio è risultata sempre fluida.
Inoltre, ruotando indietro i pedali con la catena sul pignone più grande, questa non cade sul rapporto inferiore, grazie allo speciale profilo dei denti del pignone da 50 denti.
Nel complesso, quindi, la Olympia F1 Race X01E è una bici con una geometria che impone una guida decisa e che sa premiare chi guida scegliendo con cura le traiettorie.
Il feeling non è immediato, ma le prestazioni, tanto in salita quanto in discesa, sono da macchina da gara.
Per informazioni Olympiacicli.it