Ai cultori del marchio Rock Shox non sarà sfuggito un dettaglio sulla forcella Pike, ovvero il Rapid Recovery.
Se la Pike ha raccolto tanto successo, il merito è anche di questo dispositivo che permette alla forcella di restare su e di non affondare in maniera eccessiva in caso di urti ravvicinati.
La sensazione che dà la Pike è di avere ben di più dei mm di travel dichiarati.
Ecco, ora immaginate queste prestazioni su un ammortizzatore.
Se siete dei maniaci del tuning e dell’abbinamento perfetto siamo certi che avrete già adocchiato il Monarch Plus Rc3 High Volume soprattutto se il vostro obiettivo sono le gare di enduro o l’all mountain.
Rock Shox ha introdotto questo ammortizzatore proprio per soddisfare le necessità di chi alla sospensione posteriore è intenzionato a chiedere molto.
Il Monarch Plus ha diverse caratteristiche interessanti che Jeremiah Boobar, il product manager di Rock Shox, riassume in questo video:
Prima di tutto il piggy back: a cosa serve?
Spieghiamo innanzitutto a cosa serve il famoso “serbatoio ausiliario”: il suo obiettivo è ridurre la bruschezza nell’assorbimento degli impatti più violenti e migliorare la sensibilità verso le piccole sollecitazioni, ossia raggiungere quel compromesso proibito a un ammortizzatore ad aria con struttura tradizionale.
Queste caratteristiche lo rendono particolarmente indicato su terreni molto sconnessi e/o nel caso si richiedano prestazioni superiori ad un ammortizzatore.
Nel serbatoio ausiliario, in pratica, sono presenti un volume di gas e un volume d’olio addizionali che, al momento di un impatto intenso, vengono compressi e ammorbidiscono le reazioni dell’ammortizzatore stesso.
Il Monarch Plus Rc3 Hv esce di fabbrica con delle impostazioni prestabilite e con una precisa taratura idraulica caratterizzata da due lettere.
Un tuning idraulico ben preciso
Sul lato sinistro dell’ammortizzatore sono riportate due lettere “L”, una su sfondo rosso e una su sfondo azzurro.
Il colore rosso si riferisce alla velocità di ritorno e quello azzurro alla compressione.
La lettere “L”, in questo caso, sta per low, ossia per velocità di estensione e compressione poco frenata.
Nella fattispecie questo ammortizzatore è pensato per uso più gravity oriented.
In linea di principio, però, è possibile modificare queste impostazioni intervenendo su pompanti e lamelle, a patto però di avere competenze e attrezzature adeguate.
Tre posizioni di compressione
Si chiama Monarch Plus Rc3 Hv e il 3 sta a ricordare che è possibile selezionare tre livelli di compressione tramite l’apposita levetta azzurra.
La levetta è piuttosto lunga e permette un azionamento agevole, pur stando in sella.
Il test di questo ammortizzatore è stato condotto su una Santa Cruz Bronson e questa bici ha un disegno della sospensione tale da permettere di raggiungere l’ammortizzatore anche stando in sella.
Le tre posizioni della levetta sono ben riconoscibili e soprattutto avvertibili.
Un rebound decisamente “low”
La lettera “L” con sfondo rosso parla chiaro: la velocità di estensione rimane sempre un po’ troppo alta e il range di regolazioni possibili è abbastanza limitato, in maniera inaspettata.
Quindi se cercate un ammortizzatore con un’idraulica ben avvertibile in estensione evitate il tuning L.
Il registro è ben ideato e con indicazioni facilmente comprensibili: la tartaruga indica velocità ridotte e la lepre velocità elevate. Semplice ed efficace, come accade ormai da anni sui prodotti Rock Shox.
Con il Sag non si sbaglia più
Ecco una delle caratteristiche più apprezzate delle sospensioni Rock Shox di un certo livello: l’indicatore di Sag stampato sullo stelo.
In questo modo è possibile visualizzare immediatamente la percentuale effettiva di Sag e arrivare prima al valore corretto di pressione.
Le prestazioni in salita
Se il terreno è compatto il Monarch Plus Rc3 Hv se la cava abbastanza bene in salita, ma non aspettatevi un freno in compressione in stile lock-out.
In generale “dondola” un po’ di più un ammortizzatore tradizionale, ma entro livelli, a nostro avviso, accettabili.
Se il terreno invece è sconnesso sentirlo al lavoro è un piacere perché assorbe molto bene di tutto, soprattutto le sconnessioni più piccole.
E il comfort ringrazia.
Il Rapid Recovery si sente anche in salita perché l’ammortizzatore tende a restare nella posizione di massima estensione se gli input ricevuti non sono eccessivamente intensi.
Ci è piaciuto molto pedalare con questo ammortizzatore perché cambia il carattere della sospensione posteriore e aiuta molto l’aderenza se il terreno è dissestato.
Le prestazioni in discesa
Probabilmente è qui che dà il suo meglio.
Avete presente i sentieri con rocce sporgenti che mettono a dura prova le braccia? Ecco in quelle situazioni si sente che l’ammortizzatore non è brusco, ma diventa più lineare e fluido.
In caso di impatto violento e rapido il Monarch Plus Rc3 Hv risponde con molta più morbidezza mostrando comunque una forte progressività man mano che ci si avvicina al fondocorsa.
Questa caratteristica non permette di sfruttare agevolmente tutta la corsa, perché circa dall’80% di travel in poi emerge una resistenza al fondocorsa piuttosto avvertibile.
Tuttavia il primo 80% è molto godibile ed è quello che solitamente si utilizza più spesso.
Il Monarch Plus Rc3 aggiunge un cuscino d’aria alla sospensione posteriore tenendo la ruota posteriore più attaccata al terreno e meno propensa a rimbalzare bruscamente.
Il lavoro dell’idraulica, almeno sulla versione con tuning L-L, non viene alterato da un utilizzo intenso, come nel caso di discese enduro o endureggianti, o da problemi di riscaldamento dell’olio.
Ma volendo diventa ancora più sensibile…
Con l’arrivo della versione DebonAir il Monarch Plus diventa ancora più fluida grazie, fra le altre cose, all’ampliamento del volume della camera negativa.
Se avete un Monarch o un Monarch Plus del 2014 (quello oggetto del test) o un Monarch Rt3 del 2013 potete montare il kit di conversione.
Quanto costa e quanto pesa?
Il peso è mediamente superiore di 100 grammi rispetto agli ammortizzatori standard e in questo caso siamo a un peso totale di 325 grammi.
Il prezzo è di 394€ al pubblico e le misure di interasse disponibili (tramite l'importatore Amg Srl) sono le seguenti: 200x57, 216x63 e 222x66 mm.
Rispetto alla concorrenza diretta (ovvero i 710€ del Fox Float X Ctd) il prezzo è molto più contenuto e le prestazioni non sono poi così distanti.
Il Monarch Plus Rc3 High Volume, quindi, è un upgrade molto interessante da considerare per la propria bici e cambierà di molto il comportamento della sospensione in generale.
L’effetto Monarch Plus sulla Santa Cruz Bronson
Nel caso della sospensione Vpp della Bronson il cambiamento è notevole.
La bici cambia carattere completamente, diventa più morbida e fluida in discesa, perdendo ovviamente qualcosa in salita.
Il tuning dell’ammortizzatore di serie sulla Bronson, si sa, è piuttosto attento alla performance in salita e per coloro che utilizzano questo telaio in ambito enduro cambiare ammortizzatore può significare stancarsi meno in discesa e soprattutto aumentare la velocità.
Portando il Sag al 30-35%, ovvero a valori leggermente superiori rispetto a quelli suggeriti da Santa Cruz, il movimento centrale si abbassa e in discesa si ha la sensazione di maggiore controllo, senza perdere in capacità di assorbimento degli urti che rimane invece grandiosa.
Secondo noi, l’abbinamento Pike-Monarch Plus High Volume sulla stessa bici è da prendere in seria considerazione, senza dimenticare che sul fronte ricambi e assistenza l’importatore Amg è capace di notevole efficienza.
Il confronto con i concorrenti
Il rivale diretto del Monarch Plus è senza dubbio il Fox Float X Ctd che si propone, come detto, a un prezzo più elevato.
Il Float X Ctd ha dalla sua una maggiore linearità di funzionamento e quindi un comportamento un po’ più prevedibile e forse più indicato agli usi gravity oriented.
Sulla linearità, però, va detto che, volendo, è possibile ridurla aggiungendo degli spacer all’interno della camera positiva.
Il range di regolazioni del rebound del Fox è più ampio e questo permette di adeguare meglio la taratura dell’ammortizzatore alle proprie necessità, seppure il pomello di regolazione sia davvero poco accessibile.
In termini di sensibilità ai piccoli urti i due ammortizzatori si equivalgono.
Anche se non ne abbiamo pubblicato il test, conosciamo bene anche il Cane Creek Double Barrel Air Cs che abbiamo avuto modo di provare sulla Specialized S-Works Enduro 29.
Ebbene il Cane Creek è una spanna sopra a tutti gli altri da molti punti di vista: prestazioni, possibilità di regolazione, sensibilità ai piccoli urti, fluidità, costanza delle prestazioni in discesa e qualità costruttiva. E, ovviamente, il costo ne risente: 699€.
Diciamo che il Cane Creek è un ammortizzatore da sconsigliare a chi non ha dimestichezza con Sag, setup e regolazioni varie, ma offre prestazioni (e pesi) molto vicini a un ammortizzatore a molla.
Volendo è un componente che si può configurare (qui qualche consiglio su come farlo) per ogni tipo di terreno sul quale si gira, a patto di saperlo fare, però.
Se non avete la necessità di modificare il tuning dell’ammortizzatore con frequenza allora il Rock Shox o il Fox sono più indicati.
Per informazioni www.sram.com oppure www.amgsrl.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.