KIRCHBERG - La Root Miller è stata stravolta rispetto al modello precedente. Oltre all’estetica gli ingegneri Rose hanno messo mano alle geometrie per renderla ancora più performante sia in salita che in discesa.
Ora, a detta dei tecnici Rose, è diventata la 29” da all-mountain perfetta.
La bici
Il tubo di sterzo è stato accorciato in modo da avere un manubrio più basso possibile e quindi una posizione più aggressiva in sella. L’angolo del piantone è stato portato a 74,5° e l’angolo sterzo a 68,5°. Tutto ciò si traduce in una bici più pedalabile in salita e più sicura in discesa. Il carro ora è di 449mm, più corto rispetto alla precedente versione, in modo da essere più reattivo e veloce nelle curve.
Gli altri aggiornamenti estetici sono in comune con la gamma 2015 di Rose: nuovo pivot dell’ammortizzatore sul tubo piantone, nuovo forcellino filettato per perno passante da 12mm e nuovo passaggio cavi sotto al movimento centrale.
Il test
La Root Miller è stata provata sullo stesso sentiero della Rose Uncle Jimbo: un mix di sezioni veloci, tecniche e “scassate” che ben si prestava per valutare le doti discesistiche delle bici.
Pur essendo una 29” con solo 130mm di escursione all’anteriore e al posteriore, la Root Miller ci ha regalato subito tanta confidenza. Si ha la sensazione di essere parte integrante del mezzo e le dimensioni delle ruote non creano impaccio.
Nella parte alta del tracciato, caratterizzata da tratti molto veloci, la bici ha dato il meglio di sé. Le ruote da 29” passavano sopra le piccole asperità e anche sopra i brake bumps senza scomporre troppo l’assetto, lasciandoci concentrati sulla guida e sulle traiettorie. L’ingresso in curva è molto buono, non al livello delle sorelle da 27,5”, ma basta impostare bene la traiettoria che la bici la segue senza opporsi.
Nei cambi di direzione la Root Miller ci ha sorpreso: di solito le “routone” creano qualche problema nelle esse veloci, mentre questa bici segue perfettamente i movimenti del corpo ed è reattiva quanto basta per non finire fuori dal tracciato.
Non è un mezzo racing, ma non gli dispiace di essere guidata in maniera molto aggressiva. In questo caso il comportamento cambia radicalmente, diventa una bici più nervosa e meno intuitiva da guidare, ma è in grado di dare forti scariche di adrenalina che esaltano durante la discesa.
In catalogo è presente una versione Root Miller Supertrail pensata appunto per la guida più aggressiva: ha un angolo di sterzo più rilassato di 1° e 1 cm in più di corsa all’anteriore.
Cioè due dettagli che aiutano a rischiare meno, specialmente nel tecnico.
Saremmo curiosi di provare la versione Supertrail, per vedere quanto in più si può spingere senza rischiare eccessivamente.
In conclusione…
La Root Miller è un ottimo mezzo per lunghe escursioni all-mountain, in discesa non ha paura di niente e riesce ad affrontare la maggior parte dei terreni in scioltezza.
Qualche problema comincia a emergere se proviamo a guidarla come una bici da enduro racing su terreni molto tecnici. Gli ingegneri Rose, però, hanno pensato anche ai rider più gravity oriented e hanno sviluppato una versione Supertrail con componenti più performanti ed adatti alla discesa.
Nel complesso la Root Miller è in linea con le 29” da 130mm del mercato e non ha niente da invidiare a marchi più blasonati. Se il prezzo sarà in linea con la filosofia Rose di sempre (quello definitivo verrà svelato a Eurobike), il rapporto costo/prestazioni di questa bici è tra i più interessanti in circolazione.