SAN ZENO DI MONTAGNA - Come va la nuova Cannondale Scalpel Si (qui i dettagli tecnici)?
La prima risposta che mi passa per la mente è “una bici da gara davvero anomala”.
Fino a poco fa le bici da Xc erano costruite pensando alla massima agilità e reattività, ma questo, su percorsi che sono diventati via via più ripidi e tecnici, le ha rese meno facili da guidare e soprattutto meno divertenti.
Se mettiamo da parte gente del calibro di Marco Aurelio Fontana e Manuel Fumic, capaci di andare forte quasi con ogni tipo di bici, un mezzo come la nuova Scalpel Si è di gran lunga più facile da guidare del modello attuale.
Per vari motivi:
- Angolo di sterzo più aperto
- Front center maggiore
- Offset forcella da 55 mm
- Carro più corto (43,5 cm)
- Leggerezza estrema
Le prime impressioni di guida parlano molto chiaro: sui percorsi a tratti impegnativi della Gf Città di Garda e nei pressi di San Zeno di Montagna (Vr) una bici come la Scalpel Si è inaspettatamente divertente, pur non avendo di serie il reggisella telescopico.
Le prime discese infatti mi hanno creato qualche impaccio e non vi nascondo di aver fatto anche l’errore di spingere il pulsante del Full Sprint pensando fosse quello del reggisella telescopico.
E’ troppo forte l’abitudine…
Poi mi sono convinto a non toccarlo affatto e a tornare come impostazione mentale a quella di circa 10 anni fa, quando non esisteva il reggisella telescopico.
In quel momento ho scoperto che la Scalpel Si ha delle capacità davvero inaspettate: ispira confidenza, è agile, nervosa quanto basta e soprattutto leggera.
Cannondale ha dato a tutti i media invitati la possibilità di testare la versione Race che prima di partire abbiamo pesato: 10,44 kg senza pedali in taglia L, quella da me provata.
In salita
Il comando Full Sprint permette di agire simultaneamente su forcella e ammortizzatore con due possibilità: Open e Lock.
La posizione Lock corrisponde a un lock-out sulla forcella e ci si avvicina molto anche sull’ammortizzatore ed è una posizione da usare in sostanza su asfalto o su fondi molto battuti.
La Open è per l’offroad e fintanto che si pedala seduti permette un’ottima trazione, perché le sospensioni sono molto sensibili nella prima parte di corsa e più sostenute nella parte centrale di travel.
Insomma, rilanciare questa bici in uscita di curva in discesa o dopo un tornante in salita è particolarmente facile e appagante.
A patto di non farsi venire in mente l’idea di tenere la ruota di Marco Aurelio Fontana…
In discesa
L’angolo di sterzo da 69,5° con un carro così corto sono… davvero tanta roba.
E’ qualcosa che, insieme a tubo superiore più lungo, verrà adottata man mano anche da altri marchi, c’è da scommetterci.
Più stabilità, più confidenza, più voglia di andare veloci, maggiore controllo e, soprattutto, baricentro meno propenso ad andare oltre la ruota anteriore.
Addio bici a Xc nervosa e impegnativa da guidare.
La sensazione in sella è molto simile a quella della Cannondale Habit, ma con la Scalpel hai ben altra leggerezza e, quindi, maggiore agilità.
Non sembra una bici da Xc, ma in realtà è così che le prossime bici da Xc saranno costruite.
Trek è già su questa strada con la Top Fuel, ad esempio.
Pur non essendoci il reggisella telescopico, la Cannondale Scalpel Si si fa guidare con un’inaspettata naturalezza e solo in qualche tratto davvero ripido ho avvertito la mancanza del telescopico.
Per quanto riguarda la sospensione posteriore, il suo comportamento è rimasto molto progressivo, per certi aspetti anche troppo, perché durante questo breve test, ma credetemi molto intenso (a ruota di Fontana e di un manipolo di altri media scatenati), non sono mai riuscito a sfruttare tutta la corsa a disposizione.
Fontana mi ha detto che, per quanto tecnico e veloce fosse il percorso del tracciato della prova, in Coppa del mondo le cose sono ben diverse e lì gli capita di andare a fondocorsa.
Beh, altro manico il suo…
In definitiva in discesa mi sono quasi chiesto se questa bici fosse davvero una 29 pollici per quanto era agile e veloce.
Sul pedalato
La posizione in sella è quasi da trail bike: manubrio largo (da 76 cm quello di serie sulla Race), attacco corto (90 mm) e seduta fra le due ruote (e non sopra le due ruote).
La posizione di guida, quindi, permette al biker un controllo immediato del mezzo, ispira confidenza dopo poche pedalate e rimane comunque efficiente (il piantone è da 73,5°).
Appena si spinge più forte sui pedali, la bici guadagna velocità all’istante.
Ok, l’allestimento della versione Race è davvero succulento, ma resta il fatto che questa bici rappresenta un pacchetto davvero ben allestito.
Il prezzo non passa inosservato (8499€), ma quanto meno è foriero di grandi soddisfazioni. E ci mancherebbe altro…
In conclusione…
Il giro è stato breve (meno di 40 Km), ma è bastato per fare emergere il Dna della nuova Cannondale Scalpel Si: si sente che è una bici da gara, ma si sente anche che è una bici per divertirsi gareggiando, sia in cross country che nelle marathon, oppure nelle uscite “tipo gara” con gli amici (dove magari un reggisella telescopico fa la sua bella figura).
Il cross country è definitivamente cambiato e ben presto altri marchi di riferimento seguiranno questa filosofia.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.