Quella che state per leggere è la prova di una test bike, cioè di una bici il cui allestimento cambierà nel corso di questa stagione man mano che arriveranno nuovi componenti da testare.
E' una bici che abbiamo allestito per gareggiare nell'enduro (e che rivedrete spesso sulle pagine di MtbCult) e che non si discosta di molto da quella che useranno Yoann Barelli e Josh Carlson nell'Enduro World Series.
Questa bici segna il ritorno di Giant in Italia e il ritorno della Reign Advanced quale opzione per chi cerca una bici da enduro cattiva. O race, fate voi.
Di serie la Giant Reign Advanced è disponibile come bici allestita o come telaio e nel primo caso adotta una forcella RockShox Pike da 160 mm.
Noi abbiamo volutamente esagerato: su questa Reign Advanced ora vedete una Yari (qui il test), ma a breve monteremo una Lyrik (qui il test), entrambe da 170 mm.
E, a giudicare da come va questa bici, non abbiamo poi esagerato poi così tanto…
SL
1 - GEOMETRIA
- Angolo di sterzo: 65° con forcella da 160mm, è molto aperto come consuetudine sugli ultimi modelli di bici da enduro più orientate all’agonismo.
- Angolo piantone: 73°, cioè un angolo sella piuttosto collaudato che si fa pedalare molto bene.
- Lunghezza tubo superiore: 620 mm (in taglia M) molto più lunga di ogni sua diretta concorrente (tranne la Mondraker Dune con 630mm). Come leggerete fra poco questo le conferirà una stabilità e una capacità di aggredire le pendenze più estreme fuori dal comune.
- Altezza manubrio da terra: 106 cm con forcella da 170mm e 2,5 cm di spessori sotto l’attacco manubrio.
- Altezza movimento centrale da terra: 342 mm, cioè vicina a terra per incrementare la maneggevolezza.
- Lunghezza carro: 434 mm sicuramente non un valore di riferimento per quanto riguarda l’agilità, ma se si cerca trazione e percorrenza….
- Interasse: 1191 mm è vicino al valore di una Santa Cruz Nomad in taglia L! Lunga, tanto lunga, ne soffre un po’ l’agilità, ma se andiamo sul veloce… fatele strada!
- Assetto in sella: sono alto 170 cm ed utilizzo un altezza sella di 70 cm. La bici si vede ad occhio che è bassa, lunga e aperta. Ogni persona che la vedeva mi diceva “Ma quanto è bassa e aperta…”. In sella però la sensazione di controllo (specie con una forcella da 170 mm) è totale.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
2 - COMPORTAMENTO IN SALITA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: per quanto riguarda sia la compressione che il ritorno la Giant Reign Advanced esce con una tuning M (media) del RockShox Monarch Plus RCT3, con possibilità di agire sulla compressione con l’apposita levetta in tre posizioni, Open, Pedal e Lock.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura regolare: se si pedala rotondi il sistema Maestro è veramente tra i più efficienti. Certo è che in posizione Lock si va su che è una meraviglia.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura fuorisella: ne soffre come tutte le bici da enduro, forse un pizzico in più rispetto alle più recenti Santa Cruz (vedi Bronson e 5010 di ultima generazione), nel caso già in posizione intermedia, cioè la Pedal, si ha il giusto sostegno per una pedalata efficiente.
- Efficienza sospensione posteriore in salita offroad: in posizione Open o meglio Pedal ha un grip sorprendente, sensibile e con un’ottima efficienza. Si riescono a fare le salite più ripide senza impegnarsi troppo a trovare posizioni che permettano di non perdere trazione e mantenere una buona guidabilità. Qui l’interasse lungo ci aiuta, un po’ meno magari la forcella da 170 mm.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: la bici in questione è stata allestita partendo dal telaio e utilizzando componenti Sram XX1, freni Sram Guide Rsc e ruote Sram Roam 60. Il montaggio, però, cambierà nel corso della stagione, perché è una bici test che verrà usata da me in gare di enduro. Come quella di Calci del Toscano Enduro Series.
Al momento, l’unica cosa che si può migliorare è la scorrevolezza dei copertoni Michelin in salita (di cui uscirà un test a breve).
Voto finale (da 1 a 10): 8,5
3 - COMPORTAMENTO IN DISCESA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: per compressione e rebound il tuning è di tipo M, cioè medio. Manca un po’ di sostengo nella parte centrale del travel e a fine corsa. Leggete più avanti.
- Curva di compressione della sospensione: la sospensione lavora in modo superbo, una sensibilità nella prima parte che ricorda una bici da downhill e un’ottima progressività che ti invita a prendere salti, pietraie e radici a tutta!
- Impatti di piccola entità: sensibile, assorbe tutti i piccoli impatti e il carro più lungo della media le conferisce grandissima trazione.
- Impatti di grande entità: accompagna bene gli impatti più duri e ad alta velocità, ti invita a spingere sempre di più. Un arma da gara pura, più vai forte più va bene. Inoltre l’interasse lungo e la geometria aperta le conferiscono stabilità sul veloce e una vocazione per le pendenze più estreme.
- Rigidità torsionale del carro: pensavo che la lunghezza del carro e dei leveraggi potesse influire e invece è rigido e questo grazie ai grossi perni e alle generose dimensioni dei cuscinetti.
- Agilità della bici: forse il punto dolente della bici: non che sia lenta, intendiamoci, ma richiede più forza nei cambi di direzione.
- Efficienza sospensione posteriore in frenata: si ha aderenza e un ottimo controllo anche a ruota bloccata.
- Altro e/o eventuali sensazioni: ho utilizzato quanti più token possibile per il Monarch Plus per avere il massimo sostegno sul fine corsa (qui il tutorial che mostra come fare).
L’unico dettaglio che non mi convince del tutto è l’utilizzo di un ammortizzatore con corsa da 57 mm per un carro che ha 160 mm di escursione alla ruota.
Un carro compatibile con un ammortizzatore da 63 mm di corsa (ormai uno standard per le bici da enduro moderne) le avrebbe conferito ancora maggior sostegno durante tutta la corsa.
Voto finale (da 1 a 10): 9,5
4 - COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: il tuning medio per rebound e compressione funziona bene, specie nella posizione Pedal dell’ammortizzatore. La posizione Lock è per fondi battuti e veloci o per la salita.
- Efficienza sospensione posteriore nei rilanci: il sistema Maestro è uno dei migliori e anche in questa fase è molto efficiente, la bici rimane alta e ben sostenuta. Se la si utilizza nella posizione Pedal dell’ammortizzatore risulta decisamente più pronta e scattante.
- Agilità della bici: la guidabilità è sempre al top, uno dei riferimenti per la categoria enduro. Richiede più forza, ma una volta lanciata le altre difficilmente le stanno dietro, anche sui saliscendi.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: un appunto solo alla scorrevolezza e al peso delle coperture Michelin, più da Dh che da bici da enduro.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
5 - DETTAGLI TECNICI TELAIO
- Regolazioni consentite sulla geometria: nessuna
- Spazio fra gomma posteriore e carro: una gomma da 2,35” non ha grossi problemi, anche in caso di fango.
- Cura del passaggio cavi: è ben fatto, il triangolo anteriore presenta il passaggio dei cavi interno, il triangolo posteriore ha le sedi per far passare i cavi sia del cambio che del freno esterni.
- Attacco portaborraccia: sì, è previsto e facilmente raggiungibile.
- Attacco guidacatena: sì, è previsto sia quello Iscg05 che Directmount dall’alto.
- Compatibilità deragliatore: sì, volendo è di tipo Directmount
- Protezioni sul telaio e sul carro: sul telaio c’è una bella protezione nella zona inferiore del tubo obliquo, mentre il carro presenta un corposo batticatena in gomma con protezioni anche per il passaggio della guaina del cambio.
- Posizionamento dell’ammortizzatore: rimane ben protetto e lontano da sporco e detriti, in sella bisogna un attimo prenderci la mano per raggiungere i registri ma dopo un paio di uscite non ci sono più problemi.
- Peso telaio e bici: la bici con i pedali Crank Brothers Candy e con il montaggio che vedete in foto pesa 13,4 kg. Le gomme Michelin, capaci di un grip infinito in discesa, sono però più per un utilizzo gravity che enduro. Volendo, quindi, si può abbassare un po’ il peso complessivo della bici.
- Prezzo telaio e/o bici: questo allestimento si avvicina, a livello qualitativo, a quello della Giant Reign Advanced 27,5 0, cioè il modello di punta, che è proposto a 7299€. Il solo telaio (cioè la nostra base di partenza) ha un costo di 2999€, ovvero un prezzo inferiore a quello di tutti i marchi più blasonati.
E’ vero, il carro non è in carbonio, ma le prestazioni sono comunque di alto livello. Un po’ meno le finiture (leggete di seguito).
Ricordiamo che il telaio è garantito a vita, mentre le finiture e le decal solo per un anno.
- Altro e/o eventuali sensazioni: la qualità delle finiture del carro in alluminio non è all’altezza di quelle del triangolo anteriore in carbonio. Di questo ne avevamo parlato anche in occasione del test della Giant Reign in alluminio. A quanto pare basta poco per scalfire lo strato di vernice. Peccato.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 9,0
In conclusione…
La Giant Reign Advanced non è forse la bici per le uscite di tutti i giorni, non è la bici da sentieri facili e lenti, ma è sicuramente una delle armi enduro race più affilate in circolazione. Se si cercano velocità e percorrenza in curva con la Giant Reign Advanced ci si può spingere tanto oltre…
Si può partire dal solo telaio (come abbiamo fatto noi) oppure dalla bici intera che nel caso della serie Advanced ha un prezzo di partenza di 4799€ con un montaggio di tutto rispetto (foto in basso).
Insomma, la Giant Reign Advanced non è una novità di quest’anno e sapevamo anche che, provandola, ci avrebbe dato belle sensazioni, ma la notizia vera è che finalmente disponibile sul mercato italiano perché Giant ha aperto lo scorso anno una filiale italiana.
Quindi, ben tornata Giant.
Per informazioni Giant-Bicycles.com/it
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Sull'autore
Stefano Chiri
Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding