Eccoci arrivati alla terza parte di "Imparare ad usare i pedali flat".
Dopo avervi parlato del primo approccio (tutorial 1) e dei primi passi pratici per acquisire feeling con i pedali liberi (tutorial 2), siamo arrivati ad una fase più dinamica, dove il nostro Stefano Chiri spiegherà e mostrerà come acquisire feeling in curva e come riuscire ad alzare la bici durante l'azione anche senza pedali a sgancio rapido, sfruttando la "teoria della ciotola".
Volete scoprire di cosa si tratta?
Allora guardate il terzo video tutorial e studiatevi bene l'articolo seguente...
DC
CONFIDENZA CON LE CURVE
Le curve sono “abbastanza comuni” durante le uscite in Mtb, eh?!?!?
Ci piace un po' di velocità e, come è normale che sia, ci sono buone possibilità di perdere trazione ogni tanto.
La cosa meravigliosa dell'utilizzo dei pedali flat è che il piede interno può cadere istantaneamente a terra per evitare un lavaggio completo dell’abbigliamento o peggio una rovinosa caduta.
Inoltre, il piede che scende a terra nelle situazioni di emergenza potrebbe fornire un sostegno sufficiente alle gomme per riguadagnare trazione, riportando il peso del corpo verso l'alto dove è possibile.
In questa fase cercheremo di sperimentare e di innescare proprio questo stato di emergenza, per capire in modo più profondo quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei pedali flat in queste situazioni.
Dovremo togliere il piede quando sarà assolutamente necessario, ad esempio quando perderemo la trazione con la ruota posteriore (o con entrambe le ruote).
Le esercitazioni sono progettate per stimolare e addestrare il piede fuori alla risposta alle emergenze in modo divertente. Fateli su un campo con una superficie con bassa aderenza e prevedibile.
C'è qualche “rischio” in questa occasione, quindi ogni volta che vi sentite a disagio, assicuratevi di fermarvi e rivalutare.
TOCCO IN CURVA
Arrivate con una velocità contenuta che vi faccia sentire a vostro agio ed eseguite una bella curva, non troppo acuta, non troppo dolce, quanto basta per sentire la bici che ha bisogno di appoggiarsi. Non spingete oltre i limiti, fate solo ciò che vi sentite.
Mentre iniziate a girare, lasciate andare il piede esterno verso il basso (sempre sul pedale), quindi togliete il piede interno dal pedale e sentitelo toccare il suolo delicatamente. In queste situazioni non dovreste avere bisogno di mettere il piede a terra, è più una forzatura per abituarsi alla sensazione.
Ci sono due tipi di tocco: far scivolare il piede e toccare in terra. Provateli entrambi!
PERDERE TRAZIONE
Come prima, arrivate con una velocità che vi permetta di essere a vostro agio, iniziate una curva di raggio decrescente e lasciate piede esterno verso il basso (sul pedale).
Quando sentite la gomma posteriore scivolare fate attenzione.
Successivamente, eseguendo sempre lo stesso tipo di curva, arrivate a quel punto e dolcemente utilizzate il freno posteriore per forzare la ruota posteriore a perdere aderenza. La velocità e lo scorrimento del pneumatico posteriore corrisponderanno alla velocità alla quale il piede interno dovrà scendere a terra e per quanto rimarrà a terra. Provatelo alcune volte, a velocità diverse e regolate la forza frenante posteriore in funzione della perdita di trazione.
DRIFTING D'EMERGENZA
Ora iniziate ad aumentare la velocità e il raggio della curva in modo da iniziare a testare gli spigoli della gomma e la trazione che riescono ad offrire, senza utilizzare il freno.
A seconda della superficie, potrebbe essere abbastanza facile perdere trazione o essere piuttosto impegnativo. Se non vi sentite a proprio agio o vi sembra troppo pericoloso, potreste dover provare una superficie più scivolosa o lasciare questa lezione per un'altra volta.
Sperimentate come il piede esterno spinge verso il basso in relazione alla fiducia nella trazione, quando sentite che state per perdere la trazione, il piede esterno spingerà sempre più forte supportando tutto il vostro peso e il vostro piede interno sarà pronto a sorreggervi a terra in caso di emergenza…
CENTRALIOTÀ E ALZARE LA RUOTA POSTERIORE
La cosa grandiosa (e inizialmente frustrante) dei pedali flat è che i piedi sono liberi, quindi ovviamente si muoveranno un po', e talvolta molto durante le uscite.
MOVIMENTO E FORZA DELLA CAVIGLIA
Come accennato nella prima puntata, l’appoggio del piede avverrà in modo abbastanza naturale nel tempo. Per la maggior parte dei rider, una volta assunta una posizione, difficilmente si discosteranno da essa, non importa se si tratta di una salita regolare o di una discesa veloce.
Le ragioni per la diversa posizione del piede sui pedali sono in realtà abbastanza semplici:
- Un piede posizionato sul pedale più vicino alle dita è migliore per l'efficienza della pedalata perché hai più estensione e lunghezza attraverso il movimento della caviglia.
- Un piede posizionato sul pedale più vicino alla suola media è migliore per gli impatti, la precisione tecnica e il controllo, questo perché non è necessario superare la leva sfavorevole che richiede una posizione del piede più avanzata sul pedale.
Ad esempio, se state guidando su terreni accidentati con curve con molta forza G, orienterete naturalmente il piede in avanti rispetto alla superficie del pedale per abbassare la leva e la coppia su caviglia e polpaccio. Se girate su piste morbide, allora potrete prendere una posizione che ha il piede leggermente più di punta sul pedale.
Una volta stabilita la base di partenza, sarete in grado di trovarla senza pensieri, verrà naturale.
ALZARE LA RUOTA POSTERIORE
Lasciate scorrere la bici in pianura e provate a fare piccoli salti in modo che entrambi i piedi lascino il pedale contemporaneamente. Quindi collegate questo movimento del piede attraverso il manubrio usando la “teoria della ciotola”.
Iniziate gradualmente, non state ancora mirando a sollevare la ruota posteriore, ma piuttosto alleggerite il peso dalla posteriore.
Cosa bisogna fare con caviglie e gambe per creare questo slancio verso l'alto e alzare la ruota posteriore?
Proviamo a staccare la ruota posteriore da terra! L'obiettivo non è l'altezza, è più cercare un totale alleggerimento.
La connessione tra il piede e il pedale ha bisogno di essere influenzata da un insieme di movimenti di tutto il corpo... La ciotola. Connetti il tuo corpo alla bici!
OSSERVATI E RIFLETTI
Siete entrati a fondo in questo processo di passaggio al pedale flat, adesso è il momento di fare un passo indietro e valutare come sta procedendo la “sfida dei pedali flat”, perché la prossima volta andremo ad analizzare la fase più complicata, cioè quella aerea.
Salite in sella e scegliete un percorso divertente, più atletico che di tecnica, in modo da avere tempo per pensare e prendere consapevolezza di quello che avete imparato fino ad ora.
Se avete qualche dubbio sulla vostra sfida dei pedali flat, questa è l’occasione per superarlo.
Se non avete dubbi, invece, sarà la volta buona per concentrare le energie su quello che vi rimane più complicato.
E’ un'uscita contemplativa, pensate a queste domande mentre siete in bici.
Riflessione: (potete anche lasciare dei commenti a fine articolo)
- Ti senti di mollare, di tornare ai pedali SPD? Quali sono le ragioni?
- Quali opportunità ti offrono i pedali flat per la crescita della tecnica di guida?
Siete in sella alla vostra bici, e potete sfruttare questa opportunità per riconoscere dove siete limitati rispetto agli SPD e dove invece vi sentite più confidenti.
Considerate questo momento l’occasione per colmare le lacune che sentite di avere.
Qui sotto trovate la quarta puntata della serie: come usare i pedali flat ⬇️
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Sull'autore
Stefano Chiri
Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding