I meccanici, che gente. Vivono dietro le quinte, ma fanno un lavoro cruciale per tutti gli atleti. Senza di loro le vittorie non arriverebbero, ma solitamente il successo è attribuito al rider, al suo mezzo, ai suoi componenti, alla sua squadra.
Ecco, il meccanico è una parte di tutto questo, ma è soprattutto una “colla” che tiene uniti tutti gli altri componenti del team.
Si preoccupa che gli sponsor tecnici diano il giusto supporto all’atleta e che la bici sia proprio come la vuole chi ci deve pedalare (e forte…). Ma c’è molto di più fra meccanico e atleta.
Ci sono le confidenze, quelle che nessun meccanico svelerà mai (chiamatelo segreto professionale…) e c’è la sintonia.
Jason Marsh è uno dei meccanici del circus della Coppa del mondo ed è da due stagioni al fianco di Greg Minnaar.
Non è un tipo tanto comune, perché chi sceglie di fare questa professione zingaresca non può essere normale, ma a Marsh lo leggi subito in faccia.
Lui si definisce un pigro, eppure se vedeste quanto lavoro ha da fare prima di una gara di Coppa…
Lo abbiamo incontrato quest’anno alla Sea Otter Classic, mentre armeggiava sulla bici di Greg Minnaar.
- Mi descrivi che cos’è per te un weekend di Coppa del mondo?
- Si arriva il mercoledì sul posto della gara e la bici va ricostruita da zero. Cambio il movimento centrale, la cassetta e controllo che non ci siano rotture o danni dovuti ai impatto su telaio e su componenti. Sul telaio non ne vedo mai, è veramente robusto il V-10, ma sui componenti appena ho dubbi sostituisco il pezzo.
Le ruote vanno riassemblate da capo, i mozzi smontati e lubrificati, stesso discorso per la serie sterzo, controllo tutti i cuscinetti, anche quelli dei leveraggi della sospensione e se non ho tempo li sostituisco in modo che Greg possa girare e intanto io me li sistemo.
Il mercoledì è giorno delle ricognizioni a piedi ed è il momento in cui Greg torna e mi dice quale gomma vuole montare. Ma se il meteo è variabile devi avere un altro set di ruote pronto con gomme diverse.
E quando si corrono le qualifiche preparo un altro set di ruote con mozzi lubrificati con un olio leggero, al posto del grasso. Ma ci fai solo una run, cioè non più di 5 minuti dopo di che l'attrito si sente.
- Un giorno intero a rimontare da capo la bici, quindi?
- Esatto, un giorno per una sola bici. Poi ci sono i ragazzi di Fox che si occupano delle sospensioni e chiedono se Greg ha qualche necessità oppure chiedono a me se va tutto bene. In effetti di rado ho avuto problemi perché le Fox 40 sono molto solide e affidabili.
Mercoledì è anche il giorno in cui si cambiano dischi e pasticche, non lo dimenticare.
Poi arriva il giovedì e se magari piove devi ricambiare tutte le gomme. In base al percorso Greg può chiedermi di montare una corona da 38 invece di una da 36 e questo significa smontare la pedivella, cambiare la corona e cambiare anche la catena, perché deve essere più lunga.
Ogni due run cambio l’olio dei freni perché se non lo faccio io me lo chiede Greg e preferisco anticipare le sue richieste. Così poi me la prendo comoda. In un certo senso sono pigro…
Così, il giovedì passa affinando tutta la bici.
Il venerdì si gira ancora e si verifica il lavoro di tuning del giorno prima. Se Greg sbatte qualcosa me lo dice per facilitarmi il lavoro. Se piega un disco, un forcellino o un guidacatena va cambiato tutto.
Stesso discorso per il manubrio: se cade male per motivi di sicurezza il manubrio viene cambiato.
Tutto questo viene ripetuto anche per il giorno di sabato, quello delle qualifiche.
La sera prima della gara ricontrollo tutto, lavo la bici e controllo la pressione delle gomme.
I dischi normalmente vengono sostituiti ad ogni gara, a meno che non subiscano urti durante una caduta.
- Quindi ne cambi almeno due per gara?
- Sì, perché se non lo facessi con le pasticche nuove lavorerebbero male, anche se poco usurati, e i freni non funzionerebbero al loro massimo.
Un disco usurato assume una forma leggermente concava e non piatta come invece richiederebbero le pasticche nuove.
E sai bene quanto differenza c'è nella frenata dopo aver cambiato pasticche e freni contemporaneamente.
Prima di consegnargli la bici però mi preoccupo di consumargli un po’ le pasticche in modo che a Greg i freni vadano alla grande da subito.
E’ cruciale che lui si fidi di me, perché solo una persona può mettere le mani sulla sua bici.
- Da quanto tempo lavori con Greg Minnaar?
- Questa è la mia seconda stagione.
- Qual è stato il peggiore inconveniente meccanico che hai avuto fino ad ora?
- Credo che dovremo interrompere questa conversazione all’istante… (ride)
Jason Marsh, seppure la Sea Otter Classic non sia un evento di Coppa, è impegnato e l’attenzione mediatica sul suo atleta è comunque alta. Ciò significa che Minnaar deve avere il massimo supporto.
Mentre continua il suo lavoro di check sulla Bronson del sudafricano sbirciamo nella sua cassetta degli attrezzi.
«Tutto quello che mi serve è qui dentro - dice Marsh riferendosi alla sua cassetta nera - Me la porto in giro per il mondo e ne ha viste di tutte i colori. Una volta è caduta da un furgone in corsa e non si è rotta. Mi sono meravigliato di ritrovarla tutta intera…».
Onestamente anche noi...
Ps: quanti sanno che Jason Marsh è anche l'inventore del famoso paraschizzi Marshguard? Adesso sapete perché si chiama così...
Condividi con
Tags
Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.