A due settimane dalla seconda tappa di Coppa del mondo Xc, gli organizzatori della prova di Albstadt (Germania) hanno fatto un'intervista a Nino Schurter, dalla quale sono uscite fuori delle considerazioni interessanti sui nuovi regolamenti della World Cup (in particolare dello Short Track che si disputerà alla vigilia) e sui suoi avversari. Leggete qui...
DC
- Nino Schurter, questa stagione non è iniziata nel migliore dei modi. Il tuo compagno, Matthias Stirnemann, si è ammalato alla Cape Epic, di conseguenza non avete potuto difendere il vostro titolo. Quegli otto giorni senza gare hanno condizionato il resto della preparazione?
- In verità, grazie alla Cape Epic sono riuscito a mettere nelle gambe altre tre settimane di duro allenamento, e questo è stato ottimo per quanto riguarda le gare di Coppa del mondo.
- Ad Albstadt, correrete anche nello Short Track per la prima volta in Coppa del mondo. Come vedi questa nuova disciplina? Cambierà molto le sorti della gara vera e propria?
- Sono curioso anch'io, nessuno sa esattamente come andrà a finire. Certamente cambierà molto. Penso che sia bello e non vedo l'ora. Sicuramente sarà richiesta una prestazione diversa, dovremo essere un po' più esplosivi. Sono curioso di sapere come lo affronteranno gli altri.
- Ti stai preparando appositamente per questo?
- Mi sono allenato di più sullo sprint, per essere un po' più esplosivo. Staremo a vedere se ha funzionato oppure, se avrò bisogno di aggiustare il tiro.
- È un obiettivo per te essere il primo vincitore della coppa del mondo nella storia?
- No, non necessariamente, ma sicuramente voglio fare bene. È fondamentale per la generale di Coppa del mondo andar bene lì. Per la posizione di partenza dell'Xco, voglio finire tra i primi otto della Short Track. Anche partire in seconda fila andrebbe bene, ma partire in terza fila (se sei fuori dai primi 16 nello Short Track), sarebbe un po' critico. In ogni caso sarà una sfida eccitante.
- Hai corso nello Short Track alla Sea Otter Classic. Quanto è adatto per le tue caratteristiche questo format?
- Penso che non sia male per me. Di solito riesco a partire forte e acquisire un buon distacco velocemente. Ma dipende molto dal percorso. Spero sinceramente che i percorsi siano giusti. Non devono essere troppo semplici, ma nemmeno troppo impegnativi. Non dovrebbe essere così selettivi da arrivare in solitaria, ma nemmeno troppo semplici da arrivare in 20 allo sprint, quindi la fortuna gioca un ruolo importante. La pista sarà estremamente decisiva e renderà questo evento più o meno interessante.
- Alla Coppa del mondo di Stellenbosch, la serie di vittorie consecutive si è interrotta. Ti è scivolato il pedale nello sprint finale e Sam Gaze ti ha battuto. Eri arrabbiato, com'è normale che sia... La rabbia ha continuato a perseguitarti?
- Certo, all'inizio ero deluso, ma non posso vincere ogni gara. Mi si è sganciato il pedale, può succedere. Ma non voglio parlare ancora di questo episodio. Quello di Stellenbosch è un percorso spettacolare ed è stata una grande gara. Albstadt sarà diversa e sono curioso di vedere come correrà Gaze. Vedremo, ma è positivo se non vinco sempre e solo io.
- Sei sincero?
- Sì (ride, ndr). Certo, vorrei vincere sempre, ma sono consapevole che non può essere così in ogni gara.
- Hai vinto tutto ciò che c'è da vincere in questo sport? O c'è ancora qualcosa?
- Non mi pare di aver vinto tutto. Per me ogni gara è nuova, anche se l'ho già vinta. I Giochi Olimpici di Tokyo sono ancora una volta un grande obiettivo. Se potessi difendere il mio titolo in quella occasione, sarebbe una bella cosa.
- Anche il record di 33 vittorie in Coppa del mondo detenuto da Julien Absalon è un obiettivo?
- A questo punto, sì.
- Queste statistiche hanno un ruolo nella motivazione e negli obiettivi?
- Non sono la cosa più importante, ma ce l'ho nella testa. È bello quando mi fermo e ho tutte le caselle spuntate. Ogni volta è diverso e non puoi confrontare tutto. Julien è stato il migliore in un altro momento e il confronto con Frischi (il team manager di Nino, Thomas Frischknecht, ndr) non è stato uno a uno.
- Qual è la cosa più importante?
- Godermi tutto quello che faccio. Molto semplicemente.
- In Svizzera sei stato nominato Atleta dell'Anno da circa dieci anni. Nel 2016 e 2017 sei arrivato secondo. La popolarità a volte non è positiva per l'atleta...
- A volte può essere troppo stressante, ma nel complesso è gestibile. So cosa devo fare e faccio quello che mi piace.
- Ti riconoscono per strada?
- Sì. Sempre più spesso (ride, ndr). Questo è bello da un lato, ma ha anche degli svantaggi.
- I campionati del mondo sono solo mezz'ora di distanza dalla tua casa a Chur. Questo scatena dei sentimenti speciali per te?
- In qualche modo sì, in qualche modo no. Non ancora molto, ma quando la data dei mondiali sarà più vicina sono sicuro che cambierà qualcosa. Ma per me una stagione vale l'altra.
- Nel 2011 non ha funzionato a Champery, con l'assegnazione del titolo davanti al pubblico di casa...
- Negli ultimi due campionati del mondo in Svizzera sono sempre arrivato secondo dietro a Jaroslav Kulhavy. Nel 2003 a Lugano come junior e a Champery tra gli élite. Spero che non finisca di nuovo così!
- Anche agli europei di Berna, quando sei arrivato secondo dietro a Julien Absalon...
- Sì, sono sempre arrivato secondo nei campionati nel mio Paese. Ma non nella Coppa del mondo.
- La motivazione è una cosa, e le aspettative, le pressioni?
- Non le ho sentite fino ad ora, ma la pressione delle aspettative arriverà. Nel mondo dei media svizzero verrà creata una sorta di pressione. Per ora, è solo su come andrà la stagione della Coppa del mondo.
- Qual è la tua parola d'ordine per la seconda Coppa di Albstadt?
- Ovviamente, voglio arrivare di nuovo sul gradino più alto del podio. Non è il mio tracciato preferito, ma penso che in questo momento non sia poi così male.
- Dici che non è poi così male per te adesso, significa che ti sei adattato come pilota per affrontare quel tipo di percorsi?
- Certo che sono cambiato un po', ma anche i miei avversari sono cambiati. Absalon avrebbe potuto stare un po' meglio, ma non vedo degli avversari attualmente superiori. Vedo Mathieu van der Poel come l'avversario più tosto nelle prossime gare di Coppa del mondo. Quando sarà di nuovo fresco. Albstadt non è proprio un percorso per Sam Gaze, non è stato ancora così costante, ma penso che quest'anno lo sarà. Forse non ad Albstadt, ma è certamente un pilota adatto per la gara di Short Track. Lui è uno dei favoriti e se riuscirà a vincere, questo gli darà anche fiducia anche nel cross country. E' da tenere d'occhio...
Per informazioni world-cup-albstadt.de
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Redazione MtbCult
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