Dall'inferno al paradiso. Da un lettino di ospedale, con il rischio concreto di passare il resto della propria vita su una sedia a rotelle, al gradino più alto del podio di Finale Ligure.
Il 2014 di Fabien Barel somiglia a un romanzo a lieto fine.
Il rider francese cade nella prima tappa dell'Enduro World Series, a Nevados de Chillan. Si rialza, giunge al traguardo, ma la mattina seguente deve arrendersi al dolore. Rischia la paralisi, ma scampa il pericolo. Viene immobilizzato e inizia una lunghissima riabilitazione.
Nel frattempo alcuni video diffusi sulla rete, vedi quando è all'opera sui vulcani del Guatemala o quando gioca alla Petanque con Jerome Clementz, sono l'occasione per mantenere il contatto con i propri tifosi.
Il mondo della rete non lo lascia affatto solo...
Lo rivediamo alla presentazione della Canyon Strive Cf. Fabien sta meglio e realizza con noi un video in cui dispensa consigli di guida per l'enduro.
In estate ha il via libera dai medici: può risalire in bici. Il peggio è alle spalle. Punta a Finale Ligure e in Liguria riattacca il numero sul manubrio. Dimostrando di essere semplicemente di un altro pianeta.
Giuseppe Scordo
Ecco il comunicato stampa di Barel dopo il magnifico weekend di Finale Ligure
Nessuno, nemmeno egli stesso, poteva aspettarsi un ritorno a questi livelli di Fabien nel weekend di Finale Ligure. Il francese del Sud non ha rinunciato alla sua velocità in bici neanche dopo il terribile incidente in Cile. E non c’è miglior modo di sentire la sua emozione attraverso le sue parole.
«Come iniziare, come spiegare le stupende sensazioni che ho... – ha detto Barel al risveglio – Non sono ancora passati sei mesi dalla frattura alla vertebra e ieri ho vinto la tappa finale dell’Enduro World Series!».
«Come spiegare razionalmente questa performance, questa capacità di tornare più forte e come gli infortuni non hanno arrestato la mia avventura in bici? Sono tutte domande a cui non so rispondere».
«Ho sempre considerato le cadute e gli infortuni parte del gioco. E ognuno mi ha influenzato, mi ha cambiato perché oggi sono diverso di ieri e sarò diverso da domani. In questi mesi, ho pensato a quanto sono stato fortunato perché cammino, mi muovo, ho grandi amici, una fantastica famiglia, una bellissima vita. Questi pensieri hanno reso il recupero più leggero, divertenti e mi hanno fatto andare avanti giorno dopo giorno».
«I muscoli di un tempo non ci sono più. Ma la mobilità c'è e il possesso del corpo e dei movimenti sono la mia sola forza. Per capire il mio nuovo fisico, ho dovuto sistemare alcune cose. Ho dovuto innanzitutto cambiare la postura per avere la giusta pressione sulla spina dorsale. Poi, ho dovuto sistemare la visibilità che se n’è andata con l’impatto in Cile e indossare gli occhiali è ora necessario. Anche lo stile sulla bici è stato modificato. Ho imparato a guidare più piano, ad adattare le scarpette alle anche, a regolare la posizione in sella per limitare le forze al centro della schiena dove c’è stata la frattura, a cambiare la mia altezza sul manubrio per limitare la pressione sulle spalle e sulla parte superiore del corpo (tutto ciò senza perdere trazione sulla ruota anteriore). Piccoli dettagli che mi hanno aiutato a correre ancora e forse a correre ancora veloce.
Tutte queste cose nelle ultime tre settimane sono state supervisionate dal medico della riabilitazione. Ogni decisione tecnica è stata fatta in base alle possibilità consentite dalla mia schiena».
«Tornare alle gare a Finale per me è stato un modo per concludere la stagione in chiave positiva. Sono passato dall’impatto della prima gara (primo giorno, prima Speciale, in Cile) a vincere il round finale, l’ultimo di Finale dell’Enduro World Series. Ho capito ancora una volta che con caparbietà, passione e forza mentale tutto è possibile.
Auguro a tutti di vivere le mie stesse emozioni e ancora una volta grazie a tutti per il supporto e per i messaggi».
Fabien Barel
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Redazione MtbCult
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