ROTORUA - Verde, fitto, profondo, invalicabile e stretto. E, una volta fuori dalla foresta, accecante. Ecco il teatro di battaglia di Rotorua, Nuova Zelanda, uno scenario mai visto prima, ma al quale la Mtb si sta abituando sempre più.
New Zealand, la nuova destinazione della Mtb? Per molti rider sì, specie d’inverno.
https://www.youtube.com/watch?v=MkUNsqSqfZw
Jerome Clementz ha passato quasi tutto l’inverno proprio fra Australia e Nuova Zelanda.
Al caldo, a provare il terreno che avrebbe fatto da scenario per la prima dell’Enduro World Series 2015.
A prepararsi per una sfida, l’enduro mondiale, che diventa sempre più serrata e difficile.
E proprio Clementz, con questa fame di vittoria addosso, ha vinto oggi a Rotorua.
E’ lui il rider che rappresenta l’enduro, ancora una volta.
L’enduro alla francese, visto che nei primi 8 (la classifica completa è ancora in corso di definizione) ce ne sono 4 di francesi.
E fra le donne, due sono sul podio, con Anne Caroline Chausson che ha vinto (battendo la sua rivale più temuta, Tracy Moseley, seconda) e Cecil Ravanel al terzo posto.
Sette Speciali asfissianti
Non erano lunghissime, ma tutte impegnative.
Il clima nel bosco (o giungla, se volete) era davvero difficile per guidare a tutta.
A fine Speciale arrivavi grondando di sudore.
«Ho bevuto già tre borracce» dice Manuel Ducci dopo la seconda Ps.
E in cielo non si vede il sole, anzi, purtroppo è nuvoloso e questo rende i sentieri dentro la foresta Whakarewarewa (sì, si intrecciano gli occhi leggendo il nome, ndr) davvero difficili da interpretare.
Buio pesto.
Guardate le foto in basso per capire.
L’umidità dentro al bosco però è alta.
Il terreno è umido e le ricognizioni hanno fatto affiorare in maniera brutale le radici, complicando la guida.
Sperando che non si metta a piovere…
Prima gli amatori e poi i pro’
Ecco un’idea interessante da prendere in prestito. A Rotorua la lista di partenza prevedeva prima le categorie amatoriali e poi i pro’.
Così, sul percorso chi non aveva grande talento nella guida almeno poteva beneficiare di un fondo meno scavato e logorato.
Ai pro’, che di manico ne hanno da vendere, non cambia poi tanto…
E poi questo, volendo, permette a tutti a fine gara di restare insieme anche per le premiazioni.
Bella idea.
Almeno una volta sono caduti tutti
Cosa volete farci? Su un percorso come questo, soprattutto la Ps1, dovevi aspettartelo. E se perdi il ritmo e cominci a scivolare troppo spesso, son dolori.
Perdi la concentrazione, la determinazione e rimettersi sul sentiero giusto (è il caso di dirlo) è cosa ardua.
Rotorua, insomma, ha messo giudizio a tutti.
Il racconto di una giornata epica
Le immagini parlano da sé. In rare occasioni alle gare di enduro si vede un simile miscuglio di personaggi. Succede a Finale e a Whistler, la patria dei Crankworx.
In gara oggi c’erano Brook MacDonald, Sam Blenkinsop, Wyn Masters, Sam Hill e altri talenti dell’emisfero australe, compresi i sudamericani più forti come Nico Prudencio.
Uno spettacolo, insomma.
Ecco la classifica ufficiale, nella quale spiccano il 24º posto di Alex Lupato e il 19º di Valentina Macheda. Manuel Ducci, anche lui in gara con un dito rotto, ha chiuso in 65ª posizione.
Possono partire le immagini…
Appena sarà disponibile la classifica ufficiale aggiorneremo l'articolo.
Stay tuned...
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.